20/02/2009 - 23/02/2009
In attesa
delle vacanze di Natale ci assale la voglia di organizzare un fine settimana a
basso costo…ci tuffiamo sul sito di Ryanair e troviamo dei voli
Bratislava-Bergamo…1 euro a testa!! Niente tasse da pagare!! Visto il prezzo ci
accaparriamo subito il volo (mal che vada perderemo 2 euro…) e cerchiamo anche
l’andata...non troviamo esattamente la stessa tariffa, in tutti i
modi…Bergamo-Bratislava 20 euro circa a testa (sempre senza tasse da pagare!),
prenotiamo subito. Insomma andata e ritorno 21 euro a testa, partenza il 20
febbraio e ritorno il 23… un weekend lungo….Dove? A VIENNA!!
Bratislava è
abbastanza vicina a Vienna (circa 80km). E’ ben collegata, quindi offre la
possibilità di transitare di lì (magari con una breve visita) per andare verso
la città austriaca. Ci sono diverse compagnie di Bus (la più conveniente è
Terravision) che partono dall’aeroporto di Bratislava e portano in centro a
Vienna (ci si aggira intorno ai 15 euro a testa, andata e ritorno). In internet
si possono trovare tariffe e orari. Oppure ci sono i treni dalla stazione
centrale che si raggiunge con la linea 61. La fermata è accanto agli autobus
per Vienna, qui si deve fare il biglietto alla macchinetta (incomprensibile…con
le scritte in slovacco). Con questa soluzione si spende la metà.
L'opera di Vienna |
20 febbraio
Partiamo da
Torino in piena notte, il volo ahinoi è alle 6.45!! arriviamo a Bergamo in un
paio d’ore e lasciamo l’auto al Park and Fly (24 euro per 4 gg). Ci
accompagnano in aeroporto con la navetta. Check in già fatto on line, andiamo
diretti agli imbarchi. L’aereo parte con qualche minuto di ritardo, arriviamo a
Bratislava poco prima delle 8.30. I bus per Vienna sono appena partiti e per
quelli successivi dobbiamo aspettare quasi due ore! Decidiamo di prendere
l’autobus di linea (il 61) e andiamo alla stazione di Bratislava, da dove, ogni
ora, partono i treni per Vienna. Compriamo i biglietti (18 euro per due persone
andata e ritorno) e saliamo sul treno. Arriviamo in un’ora (a Sudbanhoff),
facciamo i biglietti della metro (da 72 ore) e andiamo in hotel.
Abbiamo
prenotato la sistemazione tramite Venere, è l’hotel Geblergasse, non proprio in
centro ma vicinissimo alla metropolitana, pulito e comodo, inoltre sono
disponibili tre postazioni internet gratuite alla reception! Per tre notti abbiamo speso 117 euro per la
doppia. Ottimo rapporto qualità / prezzo!
Dopo aver
lasciato i bagagli andiamo in centro. In metro ci si impiega un quarto d’ora.
Scendiamo all’Opera, facciamo un giretto e andiamo a mangiare una mega
Wienerschnitzel in un pub. Per le 14.00 abbiamo prenotato un’auto alla Hertz
(che per errore ci ha fatto due prenotazioni!! Problema risolto con una
chiamata e soldi rimborsati), andiamo a ritirarla, è una smart. Dopo aver
sbrigato le pratiche burocratiche si parte alla volta del castello di
Schonbrunn. Guidare dentro Vienna è davvero un macello! Oltretutto la macchina
ha il cambio automatico e ci vuole un po’ per abituarsi. (Se si visita solo
Vienna non c’è nessun bisogno di prendere l’auto, ma noi l’indomani dobbiamo
allontanarci dalla città al mattino presto).
Arriviamo a
Schonbrunn, nevica! Di fronte al castello c’è un parcheggio a pagamento,
lasciamo la macchina e entriamo nell’edificio. Facciamo il “Sisi Ticket” (22,5
euro a testa) che permette di visitare sia Schonbrunn che l’Hofburg, in centro
a Vienna.
Schonbrunn |
Giriamo tra
le stanze reali e con l’audio guida apprendiamo le abitudini della famiglia
degli Asburgo. Finito il giro degli alloggi imperiali usciamo nel giardino, è
tutto bianco ci saranno 20 centimetri di neve! Facciamo una breve passeggiata e
torniamo in auto. Raggiungiamo il nostro hotel e parcheggiamo la smart.
Prendiamo
la metro e andiamo in centro per la cena. Andiamo nella zona del “triangolo
delle bermuda” (tra le strade Ruprechtsplatz, Seitenstettengasse, Rabensteig e
Salzgries), entriamo in un pub e mangiamo un gulasch e un piattone di costine
con le patate, paghiamo poco più di 30 euro. In tutti i pub le porzioni sono
abbondanti e ci si aggira quasi sempre intorno ai 15/20 euro a testa (un piatto
più una bevanda).
L'Opera |
Rientriamo
in hotel distrutti, siamo in piedi dalle 3 del mattino e domani sveglia presto!
21 febbraio
Ci
svegliamo prima delle 7, pronti in 10 minuti e fuori nella neve. Ha nevicato
tutta la notte e non sembra che abbia voglia di smettere, le strade però sono
pulitissime.
Prendiamo
la nostra smart e partiamo per Mauthausen. Abbiamo deciso di visitare il campo
di concentramento. Prendiamo l’autostrada A1, a differenza della città la
strada non è molto pulita, dopo poco incontriamo gli spazzaneve e per una parte
del tragitto non possiamo superarli. Ci mettiamo circa 2 ore per fare 160 km.
Usciamo a
Mauthausen, ci sono pochissime indicazioni per il campo di concentramento, ne
scorgiamo un paio in tedesco che potrebbero essere quelle esatte… attraversiamo
un ponte di fianco alla ferrovia, arriviamo nel paese di Mauthausen. Qui si
inizia a salire, ci rendiamo conto che i Nazisti avevano scelto un posto adatto
ai propri scopi, difficile da raggiungere e non visibile.
Dopo
qualche tornante, dietro una collina, eccolo comparire tra la neve, minaccioso
ed imponente. Parcheggiamo l’auto e cerchiamo l’entrata.
Ingresso di Mauthausen |
C’è un gran
silenzio, tipico di quando nevica, non vediamo altre persone. Nella mente si
susseguono le immagini viste tante volte in TV, le parole di molti libri e
racconti. Questa quiete fa a pugni con la sofferenza e la morte che si è
concentrata in quel luogo, fa effetto. La sensazione è di trovarsi di fronte ad
un enorme Camposanto, d’istinto si sta in silenzio, come per una forma di
rispetto per le migliaia di vittime, oppure per una forma di vergona di ciò che
l’uomo è capace di fare.
Troviamo la
biglietteria, paghiamo 2 ingressi e prendiamo l’audio guida (in inglese).
Usciamo
dalla biglietteria e percorriamo sotto la neve il tragitto per raggiungere l’ingresso.
Ci
avviciniamo ad un grosso portone aperto. E’ l’ngresso ad un cortile contornato
di magazzini ed autorimesse che erano a disposizione delle SS. Al fondo del
cortile, sulla destra, una scala di pietra conduce all’entrata del campo di
sterminio.
Siamo di
fronte all’entrata dell’unico campo demoninato “di tipo III” (campo di
annientamento), chi varcava la soglia era destinato ad uscire attraverso il
camino. Di fronte al portone chiuso c’è la strada che conduce fino alla miniera
e alla scala della morte, sui due lati del percorso molti monumenti per la
memoria.
Entriamo.
Siamo in mezzo alla piazza dell’appello, da qui inizia un cortile lunghissimo
con edifici a destra e baracche a sinistra. Tutto il campo è ricoperto da una
fitta coltre di neve, siamo gli unici visitatori.
Mauthausen |
Iniziamo la
nostra visita, entriamo dentro alcune baracche, osserviamo il muro del
pianto, il punto in cui avvenivano le
fucilazioni, il camino che svetta sopra le baracche. Abbiamo l’impressione che
molto sia stato distrutto, “cancellato” per dimenticare.
Molte
baracche non esistono più, un intero campo è stato smantellato e al suo posto
ci sono delle lapidi, dentro un edificio (che era adibito a lavanderia) è stata
costruita una chiesetta.
Un po’
sconcertati entriamo in quello che era l’ospedale del campo, qui si trova una
mostra fotografica e una serie di informazioni e reperti circa la “vita” dentro
il campo.
Alla fine
della mostra, dopo aver appreso statistiche ed intuito le pratiche usuali del
campo (descritte in tedesco) si arriva alla parte peggiore: la camera a gas e i
forni crematori. Sulle pareti nelle stanze dei forni ci sono migliaia di
fotografie e di piccole lapidi in ricordo dei morti, impressionante il numero,
anche di italiani.
Questa è
indubbiamente la parte più straziante.
Usciamo. Fa
freddo e subito pensiamo che noi abbiamo stivali, giacconi imbottiti, guanti,
cappelli…. Invece i deportati avevano, se erano fortunati, una camicia e degli
zoccoli di legno.
Usciamo dal
campo e cerchiamo la via per raggiungere la scala della morte, ma è
impossibile, c’è troppa neve, la strada non è percorribile… per noi… per loro
invece era sempre percorribile.
Usciamo,
ammutoliti pensando alla malvagità umana.
Di fronte
alla biglietteria c’è un edificio al cui interno si possono ascoltare le
testimonianze dei sopravvissuti. Una serie di schermi trasmette su richiesta le
interviste. Cerchiamo il nome di un italiano e ci sediamo ad ascoltare la sua
testimonianza.
“Ci si
poteva ritenere fortunati di morire in una camera a gas. Era il modo meno
violento, meno atroce”.
Ritorniamo
alla macchina e ci dirigiamo verso l’autostrada. Facciamo pochi tornanti e
notiamo che ci sono delle abitazioni, dei paesetti. Non sembrano nuovissimi,
probabilmente qualche costruzione c’era già quando il campo era in funzione.
Possibile non accorgersi di nulla a così poca distanza? Possibile non reagire?
Ma alla fine capiamo che, pur sapendo, pur essendo contrari, conoscendo la
ferocia, probabilmente la paura era più forte del coraggio, impossibile per noi
comprenderlo, così come è impossibile per noi immaginare le sofferenze delle
vittime.
Riprendiamo
l’autostrada, per fortuna ha smesso di nevicare e la strada è pulita, ma non
potevamo non trovare un ostacolo! Coda! Per fortuna ci fermiamo in prossimità
di un’uscita, St. Polten, così imitiamo parecchie macchine e usciamo.
Percorriamo una strada in mezzo alla campagna fino all’entrata successiva per
l’autostrada, rientriamo e ora è libera.
Arriviamo a
Vienna in perfetto orario per riconsegnare l’auto.
Finalmente
possiamo muoverci a piedi!!
in centro |
Dall’Opera
passeggiamo nelle vie centrali fino allo Stephansdom, visitiamo l’immensa
cattedrale e poi a piedi per le strade del centro. Entriamo nella famosissima
pasticceria Demel, due sale antiche, incantevoli, cioccolatini e dolci esposti
come gioielli (anche come prezzi…). Usciamo e proseguiamo il nostro giro:
Parlamento, Rathaus, di fronte c’è una pista di pattinaggio che attraversa i
sentieri del parco. Camminiamo fino all’università. Torniamo in tram fino alla
fermata della metro e ce ne andiamo in hotel a darci una sistemata per la sera.
Per cena
torniamo in centro, mangiamo in un pub e poi approfittiamo del fatto che non
nevichi per fare un po’ di foto notturne.
22 febbraio
Oggi
colazione al cafè Sacker! (dietro l’Opera) Ovviamente con un bel pezzo della
mitica torta.
Hofburg |
Poi
prendiamo il tram e andiamo fino al Belvedere. Il museo è in un bel palazzo da
dove si può ammirare il parco e la vista su Vienna (nella bella stagione). La
mostra non è paragonabile a quella di altri importanti musei europei, spicca il
famoso “bacio” di G. Klimt, ma per il resto non incontra esattamente le nostre
aspettative (probabilmente persone più esperte potrebbero apprezzarla di più).
Belvedere |
Finito il
giro riprendiamo il tram e raggiungiamo l’Opera, qui organizzano delle visite
guidate che durano poco meno di un’ora.
L’Opera di
Vienna è davvero strepitosa! Ogni sera va in scena uno spettacolo diverso,
quindi ogni giorno devono preparare le scenografie e adattare il palco, ci
lavorano 1500 persone!
Una volta
l’anno si tiene il ballo delle debuttanti, mentre negli altri giorni vanno in
scena opere e balletti. Visitiamo il foyer, la scalinata di accesso, la platea
e il palco!
Il costo
dei biglietti parte da 8 euro (in piedi in galleria) e sale fino a qualche
centinaia per i posti migliori. Vista la varietà di prezzi, chiunque sia
appassionato può andarci.
Finito il
giro andiamo al museo dell’opera (compreso nel prezzo del biglietto), dove ci
sono fotografie, costumi di scena, locandine…
Usciamo e
decidiamo di andare fino al Prater. Facciamo un po’ di foto alla ruota panoramica
e un giro per il parco giochi.
Nel tardo
pomeriggio ricomincia a nevicare, dopo
cena decidiamo di farci una passeggiata sotto la neve.
La città è avvolta da un’atmosfera magica… facciamo un po’ di foto nelle vie centrali, andiamo a Karlsplatz, poi alla Rathaus, poi al Parlamento e infine l’Opera. Soddisfatti da questo bellissimo giro e dalle magnifiche foto scattate ce ne torniamo in hotel.
La città è avvolta da un’atmosfera magica… facciamo un po’ di foto nelle vie centrali, andiamo a Karlsplatz, poi alla Rathaus, poi al Parlamento e infine l’Opera. Soddisfatti da questo bellissimo giro e dalle magnifiche foto scattate ce ne torniamo in hotel.
23 febbraio
Ultimo
giorno a Vienna.
Colazione
in hotel (5 euro), molto varia e abbondante.
Lasciamo la
valigia alla reception e usciamo per farci gli ultimi giri in centro a piedi.
Incredibilmente non c’è più neve! Nonostante la nevicata di ieri! Qui puliscono
le strade alla velocità della luce.
Bratislava |
Intorno a
mezzogiorno torniamo in hotel a prendere la valigia e andiamo verso la
stazione. Verso alle 15.30 siamo a Bratislava, ci facciamo un giretto per le
vie centrali della città. Vediamo il Castello, il palazzo Grassalkovic, poi la
porta di San Michele. Il centro storico è carino.
Bratislava |
Bratislava |
Verso le 18
torniamo in stazione per prendere il pullman che porta all’aeroporto.
Da qui alle
21.45 voliamo di nuovo in Italia.
Atterrati a
Orio al Serio riprendiamo la nostra auto e ci mettiamo in marcia verso Torino.
Nel buio
illuminato dai nostri fari e da qualche lampione realizziamo di aver imparato
molto dalle diverse facce dell'inverno austriaco, triste e agghiacciante di
fronte ai ricordi di un folle pezzo di storia, affascinante e avvolgente tra le
testimonianze dell'eleganza imperiale di Vienna.
Questi
quattro giorni ci rimarranno nella testa e nel cuore.
Cri e Enzo
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