Ed eccoci in aereo, sul volo da Miami a Malpensa, a
pensare al diario di questo nuovo viaggio.
Vi starete chiedendo perché non stia dormendo o magari guardando un
film…beh il volo dell’American Airlines non è proprio un granché, non ci sono
gli schermi ai sedili, quindi niente intrattenimento e non riesco nemmeno a
dormire!
9 ore da far passare sono lunghe…e così mi ritrovo a
pensare al viaggio appena concluso.
Ma facciamo ordine e cominciamo dall’inizio!
Ad agosto, prima di partire per le vacanze estive,
acquistiamo i voli per dicembre, dopo qualche anno si ritorna negli Stati
Uniti, destinazione Miami!
Partiamo da Torino il 15 dicembre e, dopo un breve scalo
a Madrid, ripartiamo per Miami con un volo Iberia. Volo intercontinentale
niente male, cibo e entertainment di buon livello.
Arrivati a destinazione, dopo aver effettuato i controlli
di rito e ottenuto il visto di ingresso, andiamo a ritirare l’auto prenotata
tramite autoeurope con la Dollar. Facciamo quasi un’ora di coda prima di
riuscire a sbrigare tutte le pratiche del noleggio!
Finalmente usciamo dall’aeroporto in direzione Orlando!
Dopo qualche difficoltà, dovute soprattutto al traffico,
riusciamo ad arrivare al motel prenotato su booking: Sunsol Boutique.
Questo motel si trova a poche miglia dai parchi Disney, è
pulito, comodo e la colazione non è male.
16 – 18 dicembre – Orlando e Cape Canaveral
Ci svegliamo abbastanza presto e, dopo la colazione,
prendiamo la nostra Jeep e andiamo agli Universal Studios.
Facciamo il
biglietto per entrambi i parchi, Universal e Islands of Adventure, 136 dollari
a testa. Nel primo ci sono le ricostruzioni di alcune città (New York e San
Francisco), diversi cinema 3D e 4D, attrazioni che si rifanno a svariati film e
la nuova area dedicata a Harry Potter.
La ricostruzione di Hogwarts è molto
realistica, le case sembrano proprio quelle dei film, attori in costume
recitano alcune parti e fanno strane magie, sicuramente questa è la parte più
carina del parco. In Islands of Adventure, collegato agli Studios dal treno che
parte al binario 9 e 3/4, ci sono altre attrazioni dedicate ad altri film.
Dato che le code per l’ingresso alle attrazioni diventano
parecchio lunghe, decidiamo spesso di utilizzare la fila single rider,
ovviamente gli addetti ci separano per riempire i “buchi” sulle giostre, ma
almeno si risparmia un po’ di tempo!
All’uscita dal parco ci sono molti locali, ristoranti e
negozi. Ci fermiamo all’Hard Rock Cafè per cena, dove mangiamo un’ottima New
York strip.
Il secondo giorno di vacanza è anche il giorno del mio
compleanno!
Ho sempre amato i parchi divertimento e così decido di
passarlo a Disneyworld!
Passiamo una giornata spensierata tra parate, personaggi
dei cartoni animati e attrazioni fantastiche. La sera il castello illuminato
rende l’atmosfera ancora più magica.
Dopo due giorni di parchi decidiamo di spostarci e
proseguire il nostro tour. Da Orlando andiamo a St. Augustine, cittadina che si
trova sulla costa dell’oceano Atlantico, ma prima di arrivare a destinazione ci
fermiamo a Cape Canaveral per visitare il Kennedy Space Center. La NASA!
Rocket Garden |
Appena superati i cancelli, si entra nel Rocket garden, un vero e proprio
giardino di razzi!
Ce ne sono decine, alcuni in posizione verticale che si stagliano contro il cielo e altri posizionati in orizzontale.
Ce ne sono decine, alcuni in posizione verticale che si stagliano contro il cielo e altri posizionati in orizzontale.
C’è un cinema IMAX, dove assistiamo ad un’interessante
documentario sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale.
C’è la parte dedicata alle missioni Apollo, raggiungibile a bordo di un autobus, e quella dedicata agli Shuttle.
C’è la parte dedicata alle missioni Apollo, raggiungibile a bordo di un autobus, e quella dedicata agli Shuttle.
Dura quasi tre ore, attraverso una parte dell’enorme area
della NASA.
Come prima tappa ci portano a vedere, da lontano, le
rampe di lancio utilizzate per le prime missioni Apollo, poi si vanno a vedere
le due rampe usate per le missioni Apollo e Shuttle dal 1967 al 2011. Con il
pullman si costeggia la “strada” che un enorme macchinario percorre, in
parecchie ore, per portare i razzi e le navicelle dall’edificio di assemblaggio
alla rampa di lancio, un tragitto di un paio di chilometri.
Ci fermiamo poi davanti al VAB, il Vehicle Assembly
Building, dove scattiamo un po’ di foto e infine ci portano a vedere la pista
di atterraggio degli Shuttle. Lunga oltre 4 chilometri e mezzo. E’ stata la
pista principale per il rientro delle missioni dallo spazio.
Saturno V |
Il tour in bus ci lascia infine al centro Apollo/Saturno
V. In questo hangar è possibile vedere l’enorme razzo, il Saturno V, che ha
portato le navicelle Apollo nello spazio. Si tratta del più grande razzo mai
prodotto, alto 110,6 metri e largo 10, vederlo in un luogo chiuso e posizionato
in orizzontale fa capire quanto sia gigante.
Oltre al razzo, in questa area, si ripercorre la storia
delle missioni Apollo. Navicelle, tute, immagini, rocce lunari…insomma si viene
catapultati nella storia della conquista della Luna!
Entusiasti di questa visita torniamo al visitor center e
andiamo a esplorare la parte dedicata allo Shuttle! Qui è esposto lo Shuttle
Atlantis posizionato come se fosse in orbita attorno alla Terra. Il percorso ci
porta attraverso le missioni che si sono susseguite negli anni, ci sono
simulatori, ricostruzioni veritiere del velivolo, targhe in memoria del
Challenger e del Columbia. Un vero museo dello spazio!
Per finire in bellezza la nostra visita, entriamo nel
simulatore di lancio!
Siamo entusiasti di questa giornata!
La visita alla NASA è stata sicuramente una delle più
interessanti dell’intero viaggio e il visitor center di Cape Canaveral
organizza tour eccellenti.
19 – 20 dicembre – St. Augustine e Pensacola
Finita la nostra visita ripartiamo alla volta di St.
Augustine.
Abbiamo prenotato il Super8 a St. Augustine Beach. Non è
male, è vicino alle spiagge anche se in questo periodo è un po’ troppo fresco
per fare vita di mare. La spiaggia è enorme, bianca e deserta.
St. Augustine Beach |
Per cena proviamo per la prima volta una catena di ristoranti messicani, Chili’s, che ritroveremo altre volte durante il nostro viaggio.
Non è male. Assaggiamo fajitas , fagioli e anche carne e
pesce alla griglia.
Il mattino seguente visitiamo la città.
St. Augustine è considerata la città più antica
d’America, fondata nel 1565 nel giorno di S. Agostino da conquistatori
spagnoli. La parte storica è carina, case in legno molto vecchie, negozietti
che si affacciano sulle piccole vie, il forte, le piazze. È diversa dalle
tipiche città statunitensi, qui si riesce a percepire un po’ di storia.
Scorci di St. Augustine |
Chiaramente siamo comunque ben lontani dalla storia che si
può respirare in un qualunque paesino europeo.
E’ carino, ma la nostra visita non dura più di un paio
d’ore.
Partiamo alla volta di Pensacola! Quasi 400 miglia ci
separano dalla nostra destinazione, infatti arriviamo a pomeriggio inoltrato.
Pensacola si contende il primato di città più antica
d’America con St. Augustine. Probabilmente è più “antica” Pensacola di qualche
anno.
Pensacola, oltre ad essere una città “storica”, dove infatti
è possibile vedere alcune vie piuttosto vecchie con case molto carine e ben
tenute, ospita la più grande base aeronavale degli Stati Uniti.
La nostra prima visita è quella al museo navale
(gratuito) che si trova all’interno della base.
Museo Navale |
Si tratta di un’esposizione gigantesca di aerei,
soprattutto militari. Dai primi velivoli, come quello che per la prima ha
attraversato l’Atlantico, ai moderni caccia, come l’F14.
È possibile vedere uno “zero” giapponese, come quelli
usati per bombardare Pearl Harbour, ci sono molti aerei della prima e della
seconda guerra mondiale, si può visitare la ricostruzione di una portaerei, di
una via americana anni ’40 e poi ci sono esposti i velivoli dei Blue Angels, la
pattuglia acrobatica americana.
È possibile vedere dei filmati nel cinema IMAX (a
pagamento), noi assistiamo ad un documentario sul volo e sui Blue Angels e poi ad
uno sullo sbarco in Normandia.
Dopo la visita al museo decidiamo di andare a vedere
Pensacola Beach su Santa Rosa Island. Purtroppo il tempo non è dei migliori, ma
nonostante ciò restiamo impressionati dalla spiaggia. Inizia nella cittadina di
Pensacola Beach e prosegue per ben 17 miglia, ci sono alcuni parcheggi lungo la
strada da cui è possibile accedere in spiaggia. La sabbia è bianchissima e il
paesaggio è molto suggestivo, inoltre per chilometri e chilometri non ci sono
case o hotel. Davvero un bel posto, peccato il tempo!
21 – 23 dicembre New Orleans – Port St. Joe
Lasciata Pensacola superiamo il confine della Florida,
attraversiamo Alabama e Mississippi ed eccoci in Lousiana, diretti a New
Orleans!
Il viaggio dalla Florida è piuttosto lungo, ma non
volevamo assolutamente perdere la possibilità di vedere questa città!
Visto che è primo pomeriggio, giunti a New Orleans
decidiamo di proseguire fino ad una piantagione, Laura Plantation, a Vacherie, non
troppo distante dalla città.
Si trattava di una piantagione creola di canna da
zucchero. È possibile visitarla facendo un tour guidato.
La visita è estremamente interessante e la nostra guida è
un ragazzo molto simpatico che ci racconta la storia di questa casa e della
piantagione. Ci spiega che la cultura creola nacque e si sviluppò in Louisiana
nel XVIII secolo e subì l’influenza di
tre diverse etnie: quella dell’Europa occidentale, dell’Africa occidentale e,
in parte, dei Nativi americani. Nella piantagione la lingua parlata era il
francese e la religione era quella cattolica, molto diverso dalle piantagioni
americane.
Laura Plantation |
La famiglia Duparc avviò la piantagione con 7 schiavi nel
1804, nel corso degli anni il numero degli schiavi che vi lavoravano aumentò e
la piantagione continuò a vivere fino al 1981. Gli ultimi schiavi, che ormai
erano uomini liberi dalla fine della guerra di secessione americana, vissero
nelle baracche della piantagione fino al 1977.
baracche |
Visitiamo la casa principale e alcune baracche. La guida
ci spiega la storia della piantagione, la vita dei padroni e quella degli
schiavi. Apprendiamo che in ciascuna baracca vivevano due famiglie, ognuna
aveva a disposizione una cucina e una camera.
Apprendiamo cose che non avevamo mai approfondito
prima...c’è sempre da imparare qualcosa quando si viaggia.
Facciamo ancora qualche chilometro lungo la strada che
costeggia il Mississippi e poi andiamo a New Orleans, dove abbiamo prenotato il
Super8. Davvero comodo, la camera è grande e le ragazze alla reception sono
molto gentili.
Lasciati i bagagli in camera usciamo subito per andare a
vedere la città. Seguendo il consiglio della ragazza alla reception, lasciamo
la nostra auto nel parcheggio che si trova vicino al visitor center, vicino al
cimitero di St. Louis. Avevamo letto sulla guida di non andare in giro da soli
la sera nella zona del cimitero, ma non abbiamo visto assolutamente nulla di
strano. Il parcheggio è ben illuminato, vicinissimo al quartiere francese e
molto economico (10 dollari per 24 ore).
New Orleans è una città molto particolare, le casette
basse con ringhiere in ferro decorato sono molto carine. Le vie principali del
quartiere francese sono Bourbon street e Royal street, la prima è un susseguirsi
di ristoranti e locali…alcuni a luci rosse. Sembra un mix tra Khao San Road di
Bangkok e il quartiere a luci rosse di Amsterdam! Un vero delirio. Invece Royal
street è molto più tranquilla, ci sono negozi di dolci, di souvenir e
antiquariato. Alcuni di questi hanno collezioni incredibili. Abbiamo visto
chitarre autografate da Jimi Hendrix, una bandiera americana con foto e autografo
di tutti i presidenti degli Stati Uniti, dischi autografati…insomma un vero
paradiso dei collezionisti!
Camminiamo fino a Jackson Square, la piazza centrale. Molti artisti di strada intrattengono i passanti con balli e canti, sulla piazza ci sono artisti che espongono i loro quadri. Passeggiamo fino al French Market e poi ci affacciamo a vedere il grande fiume, il Mississippi.
Camminiamo fino a Jackson Square, la piazza centrale. Molti artisti di strada intrattengono i passanti con balli e canti, sulla piazza ci sono artisti che espongono i loro quadri. Passeggiamo fino al French Market e poi ci affacciamo a vedere il grande fiume, il Mississippi.
Mississippi |
Per cena decidiamo di assaggiare la cucina creola da Père
Antoine. Assaggiamo il gumbo, una zuppa di riso e pesce o salsiccia, la
jambalaya (somiglia a una paella), e gamberi.
Buono, sicuramente diverso dal resto della cucina
statunitense.
Gironzoliamo un po’ per il quartiere francese, arriviamo
fino al Mississippi, ma la nebbia offusca tutto. Prendiamo uno street car per
il Garden District e passeggiamo tra le tranquille vie del quartiere. Le case
sono enormi e bellissime, è la zona ricca della città e si vede. C’e’ una bella
atmosfera.
Torniamo nella zona più turistica, facciamo un giro per i
negozi e compriamo un po’ di souvenir.
A pranzo proviamo la “muffuletta”, un panino inventato
all’inizio del ‘900 da un immigrato siciliano. È un panino al sesamo ripieno di
salumi, formaggi e verdure sottolio. Forse quando l’hanno inventato usavano i
prodotti che arrivavano dall’Italia e probabilmente era buono…il nostro è quasi
immangiabile! Salumi e formaggi senza alcun sapore e verdure sotto l’olio di
semi di girasole, se si è fortunati!
Gamberi e riso |
Tra l’altro le dimensioni sono incredibili!
Per la cena invece torniamo a gustare la cucina creola.
Decidiamo di mangiare al New Orleans Creole Cookery, un ristorante su Toulouse Str. Ordiniamo del gumbo, jambalaya, l’etouffée e
dei gamberi fantastici. È tutto squisito!
Dopo cena abbiamo voglia di ascoltare un po’ di musica,
così entriamo in uno dei tanti locali che propongono musica dal vivo su Bourbon
Str.
C’è un gruppo jazz eccezionale!
C’è un gruppo jazz eccezionale!
Cockail in mano e musica spettacolare dal vivo…questa è
la New Orleans che ci aspettavamo!
Il mattino del 23 dicembre lasciamo New Orleans e la
Lousiana, si torna verso la Florida.
Il tempo non è molto bello, ma sulla strada decidiamo di
fermarci al Gulfport Premium Outlet, dove facciamo qualche acquisto.
Riprendiamo il viaggio, vorremmo arrivare ad
Apalachicola, così lasciamo l’autostrada e percorriamo la strada che costeggia
il mare.
Attraversiamo Panama City, ci fermiamo ad ammirare le
spiagge fino a che inizia a diventare buio.
spiagge della Florida |
Il tempo peggiora notevolmente, il vento è fortissimo e la pioggia incessante.
Non si riesce a vedere niente, seguiamo la linea di
mezzeria, visto che è l’unica cosa visibile!
Da Panama City ad Apalachicola si devono percorrere ancora 70 miglia. La strada attraversa boschi, intorno a sembra esserci il nulla. Ogni tanto incrociamo un macchina, ma guidare in queste condizioni diventa sempre più difficile.
spiagge della Florida |
Da Panama City ad Apalachicola si devono percorrere ancora 70 miglia. La strada attraversa boschi, intorno a sembra esserci il nulla. Ogni tanto incrociamo un macchina, ma guidare in queste condizioni diventa sempre più difficile.
Dopo un’ora arriviamo finalmente in un paese abitato,
Port St. Joe.
Mancano 23 miglia ad Apalachicola, ma non ce la sentiamo
di proseguire.
Per fortuna lungo la strada troviamo un hotel, il Port Inn. Ci fermiamo e chiediamo se hanno una stanza. Fortunatamente non è pieno,
troviamo posto per dormire!
È quasi ora di cena, così scendiamo per andare a cercare
un ristorante non troppo lontano. La ragazza alla reception ce ne consiglia un
paio…e poi ci dice di aspettare prima di metterci in macchina…c’è un allerta
tornado sulla zona!
Certo che stare dentro un edificio di legno, non ci fa
stare molto tranquilli…ma dopo una ventina di minuti la ragazza ci comunica che
è passata l’allerta (si parla solo più di tempesta tropicale)!
Andiamo a cena al ristorante Sunset Coastal Grill, che si
trova a poche centinaia di metri dall’hotel. Mangiamo ostriche fritte e
gamberi, non male.
Durante la cena fulmini si abbattono nelle vicinanze e il
vento soffia fortissimo…davvero una cenetta tranquilla!!
24 – 26 dicembre – costa occidentale
Il mattino dopo aspettiamo che passi il diluvio che si
abbatte sulla cittadina e ripartiamo.
Proseguiamo sulla strada che corre lungo la costa per poi
prendere la US19 a Perry.
Purtroppo il tempo è pessimo, percorriamo dei tratti dove
la pioggia battente e il vento non fanno vedere nulla, decidiamo di fermarci da
un benzinaio per aspettare che passi un po’ il diluvio.
Risaliamo in macchina e dopo un po’ di ore, di ponti
lunghissimi e di vento forte, riusciamo
ad arrivare a Sarasota!
ponti.... |
Arriva così il giorno di Natale…il tempo è ancora un po’
incerto, ma regge.
In macchina, percorriamo le strade lungo la costa che da
Sarasota portano a Naples, ci sono delle zone bellissime, ville enormi che si
affacciano sul mare, spiagge bianche lunghissime.
Arriviamo a Naples e finalmente rivediamo il sole!
Ci fermiamo in una spiaggia all’inizio della città, non
siamo gli unici ad avere avuto questa idea! La spiaggia è affollata di pupazzi
di sabbia, alberi di natale e turisti con cappelli da babbo natale (compresi
noi).
Aspettiamo il tramonto e lasciamo la città per andare
all’hotel prenotato.
Passiamo un paio di giorni così, un po’ in spiaggia e un qualche
area commerciale superlussuosa.
27 – 28 dicembre – Everglades National Park
Partiamo da Bonita Springs abbastanza presto, in un’ora
circa arriviamo a Everglades City, uno degli ingressi delle Everglades. Da qui
è possibile fare dei tour in barca, noi scegliamo il tour delle 10.000 isole.
Il giro dura circa 2 ore, a bordo ci sono dei ranger del
parco che ci spiegano un po’ di cose. Vediamo aquile, pellicani, tantissime
altre varietà di uccelli. Scorgiamo il lamantino e poi vediamo loro…i delfini!!
Ci sono una mamma e il suo cucciolo che si mettono a giocare con gli spruzzi della
scia della nostra barca. Che emozione!
Tornati sulla terraferma prendiamo la macchina e guidiamo
sul Tamiami Trail in direzione Shark Valley. Prima di arrivare a destinazione,
ci fermiamo in diversi punti che ci hanno indicato i ranger. Riusciamo a vedere
moltissime varietà di uccelli e tanti alligatori.
Shark Valley è il posto in cui se ne possono vedere di
più a distanza decisamente ravvicinata!
i piccoli |
Percorriamo a piedi i primi metri del sentiero e ne
vediamo a decine sul bordo della strada (compresi alcuni piccolini!). Ci sono
moltissimi visitatori. Noi cerchiamo di evitare di avvicinarci troppo, non si
sa mai!!
Alcuni ranger controllano, ma gli alligatori sembrano non
fare caso alle persone.
Il giorno successivo si torna alle Everglades! Questa
volta entriamo dall’Ernest Coe Visitor Center e raggiungiamo la zona di
Flamingo.
Purtroppo nei giorni precedenti la pioggia ha interessato
anche questa zona e quindi molti sentieri non sono percorribili. Ma non ci
perdiamo d’animo! Vediamo un coccodrillo e diversi lamantini vicino al Visitor
Center di Flamingo, percorriamo alcuni sentieri, vediamo laghetti, sterminate
“paludi”, boschi…la varietà di paesaggi delle Everglades è davvero
impressionante! Da vedere!
Dopo un’altra giornata immersi nella natura e nel caldo
del sud della Florida, ripartiamo. Questa volta dormiremo a Fort Lauderdale,
non troppo distanti da Sawgrass Mills, un centro commerciale enorme.
29 – 31 dicembre – Miami
Sono arrivati gli ultimi giorni di vacanza.
Miami Beach è una lunghissima isola che si trova davanti
alla città, grattacieli si affacciano sulla spiaggia bianca, di fronte
all’oceano. Passiamo mezza giornata vedendo le diverse zone di Miami beach, poi
andiamo fino a Key Biscane, dove c’è un parco protetto e da dove non si vedono
grattacieli. Peccato solo che ci siano centinaia di persone.
Alla sera facciamo un giro per il centro commerciale vicino al porto.
Siamo contenti di aver “assaggiato” Miami, ma senza averci speso troppo tempo.
La città, con i suoi grattacieli sulla spiaggia e i suoi cocktail bar, non fa esattamente per noi…ma questo lo sapevamo già in partenza.
Arriva così il momento di ripartire, il 31 dicembre (con 2 ore di ritardo) decolliamo da Miami, direzione Malpensa.
Ripensiamo al nostro viaggio. Divertenti i parchi, molto bella
New Orleans, entusiasmante il giro alla NASA e al museo di Pensacola, interessanti le Everglades. Il resto ci è piaciuto “il
giusto”.
Siamo soddisfatti di quanto visto, contenti di aver
visitato questo pezzettino di USA, ma non penso che torneremo.
Infine il volo dell’American Airlines…ma questo già lo
sapete!
Al prossimo viaggio…
Cri e Enzo
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