Malpensa, 19
dicembre. L’inizio del nostro viaggio è decisamente travagliato.
In Europa
quasi tutti gli aeroporti sono chiusi, centinaia di voli vengono cancellati a
causa della neve.
Nonostante i
clamorosi ritardi, i nostri voli partono, ma a Doha perdiamo la coincidenza per
Kuala Lumpur…dove non arriveremo mai!
A Doha
veniamo riprotetti su una serie di voli per raggiungere la città malese, da
dove dobbiamo partire per Vantiane, ma, dopo diverse vicissitudini con i voli,
ci ritroviamo a passare la notte del 20 dicembre nell’aeroporto di Saigon,
senza una previsione precisa di quando potremo raggiungere Kuala Lumpur. Onde
evitare altri problemi decidiamo di acquistare un volo della Vietnam Airlines
da Saigon per Vientiane, dove finalmente arriviamo il 21 dicembre.
Facciamo il
visto direttamente in aeroporto, 35 dollari a persona, ma solo dopo aver
denunciato lo smarrimento del nostro bagaglio (finito a Riyad!!), prendiamo un
taxi per la stazione degli autobus dove aspettiamo il VIP bus notturno (15 USD
a persona) per Luang Prabang.
Dopo più di
2 giorni di viaggio ha finalmente inizio la nostra vacanza!!
Luang
Prabang – Nong Khiaw, 22 – 27 Dicembre
Arriviamo a
Luang Prabang il 22 dicembre alle 7 del mattino. Dopo 2 lunghi giorni di
viaggio e 11 ore di bus notturno (con aria condizionata gelida) siamo
distrutti!
Alla
stazione prendiamo un tuk tuk per il centro città. Cerchiamo la nostra
guesthouse (Manichan) dove finalmente possiamo riposare un paio d’ore! Non è
male, ma ci restiamo solo una notte, per poi spostarci alla Lao Lou GH (20 USD
a notte con colazione), esattamente di fronte a Manichan, molto carina.
Luang
Prabang, patrimonio
mondiale dell’UNESCO nel 1995, è una città incantevole, incastonata tra il
Mekong e il Khan, che qui confluiscono disegnando una splendida penisola, dove
convivono e si fondono culture e tradizioni diverse.
Ponte a Luang Prabang |
E’
considerata il centro spirituale del Laos, infatti molti giovani monaci
buddhisti vengono qui per ricevere l’istruzione nei numerosissimi templi.
Luang
Prabang è proprio strana rispetto al nostro mondo, che va troppo veloce. Tutto
è tranquillo, quasi incantato. La gente è gentile e ti sorride.
Il primo
impatto con il Laos ci mette di buon umore.
Trascorriamo
le nostre giornate a spasso tra templi meravigliosi, cascate stupende e mercati
colorati. Non ci annoiamo mai e siamo affascinati da questo mondo!
I templi
sono tantissimi, caratterizzati dai bellissimi tetti elaborati in diversi
strati. All'interno delle loro pareti, spesso decorate con bellissime fantasie
dorate e affreschi, si trovano centinaia di Buddha. Per visitarli solitamente si pagano 10.000 o
20.000 kip (che corrispondono a circa 1 – 2 euro).
I principali
templi della città sono:
WAT
XIENG THONG
Verso la
fine della penisola, questo complesso risale al 1500, in ottimo stato di
conservazione. Da vedere la cappella del Buddha sacro con decorazioni dorate su
sfondo nero e la cappella del Buddha sdraiato con magnifici mosaici di vetro.
WAT MAI
Il tempio
più grande di Luang Prabang, si trova vicino al Palazzo Reale sulla via
principale (Sisavangvong), dove viene esposto il Buddha d'oro durante le feste
del nuovo anno.
WAT
XIENGMUAN
Questo
tempio si trova vicino al palazzo reale, è circondato da un bellissimo giardino
dove ci sono bellissime statue di Buddha.
WAT
VISOUN, il più
antico di Luang Prabang, e WAT AHAM
Visitiamo
anche il Palazzo Reale, importante soprattutto perché custodisce il
Buddha d'oro (anche se probabilmente è una copia) che protegge il Paese.
Mekong |
Mekong |
Dalla via principale saliamo i 328 scalini che portano ad un piccolo tempio in cima ad una collinetta. Da qui si può vedere un bel panorama sulla città. Ci godiamo un bellissimo tramonto sul Mekong. Il sole scende e va a nascondersi dietro le montagne tondeggianti di Luang Prabang…che pace…
Le nostre mattine partono spesso tra i colori e gli odori del mercato.
Ogni giorno,
su foglie di banani, vengono esposte merci di ogni tipo. Bancarelle di riso si
alternano ad altre di frutta o di sciarpe e vestiti. C'è la zona “carne e
pesce”, molto “particolare” e dai forti odori. C'è chi vende le alghe del
Mekong, chi propone strani insetti e chi addirittura rospi. Ci sono anche
bancarelle dove ci si può fermare a mangiare piatti cucinati sul posto.
La sera,
dalle 17 circa, inizia il mercato notturno. La via principale viene
chiusa al traffico e le donne espongono la loro merce (soprattutto souvenir).
Un'esplosione di colori.
In una
piccola traversa ci imbattiamo in alcune bancarelle dove vengono servite
ottime grigliate di pesce, pollo e
maiale! Buonissimo!!!
Una mattina
andiamo a vedere i monaci che escono dai templi per ricevere le offerte
di cibo dai fedeli. Intorno alle 6 assistiamo a questa cerimonia. E' ancora
buio quando usciamo, ma ci sono già gruppetti di monaci in fila indiana sulla
via principale.
Cerchiamo di
non disturbare questo rituale, assistendo in silenzio e a debita distanza. Noi
siamo degli “intrusi” e quindi dobbiamo cercare di dimostrarci spettatori
rispettosi. La curiosità o la voglia di uno scatto non devono degenerare in
fastidiosa invadenza, violando la solennità di questo momento di profonda
tradizione di fede (purtroppo non tutti i turisti la pensano così...).
Dedichiamo
alcune giornate ai dintorni di Luang Prabang.
Grazie alle
decine di tuk tuk che offrono il trasporto verso le principali attrazioni e le
tante agenzie, in particolare su via Sisavangvong, la scelta tra le escursioni
si fa davvero vasta.
La prima
gita è alle cascate di Kuang Si.
Sul tuk tuk
siamo insieme ad altre tre persone, un inglese con fidanzata polacca e una
ragazza australiana che viaggia sola, persone molto interessanti! Paghiamo il
trasporto (40 minuti circa) 30.000 kip a testa (meno di 3 euro) e 20.000 kip a
testa (circa 2 euro) l'ingresso alle cascate. All’entrata del parco c’è un
mercatino dove è possibile comprare anche qualcosa da mangiare e da bere.
Oltrepassato
l’ingresso, vediamo subito il centro di salvataggio degli orsi bruni. Orsi
feriti vengono ospitati qui per essere curati. E' facile vederli spaparanzati
sulle piattaforme di legno o sulle amache.
Le cascate
sono incredibilmente belle, tante piccole piscine naturali di un colore
verde-azzurro. In alcune si riesce a fare anche il bagno, anche se l’acqua è
davvero fredda!! Un sentiero costeggia il fiume e le cascate, si passa di
fianco a un mulino e di tanto in tanto ci sono spazi dove si può sostare.
Camminando si arriva alla cascata più alta.
Un posto
bellissimo! Un pomeriggio fantastico!
L’ideale è
andarci in barca, però ci vogliono 2 ore e non abbiamo molto tempo a
disposizione. Così optiamo per il tuk tuk (180.000 kip, circa 18 euro, questa
volta siamo soli) che, in un ora circa, ci accompagna al villaggio Pak Ou, alla confluenza del fiume
Ou con il Mekong, sull'altra sponda rispetto alle grotte, che raggiungiamo a bordo
di una piccola barca (20.000 kip a testa).
Le grotte
sono incastonate nella parete della montagna, quasi a picco sul fiume. Ci si
arriva grazie ad una lunga gradinata, che parte dal piccolo molo, dove
attracchiamo e paghiamo l’ingresso (20.000 kip a testa). Ci addentriamo in uno
dei luoghi di culto più sacri del nord del Mekong laotiano, che, secondo la
tradizione, è la dimora di uno dei 15 naga,
i mitici serpenti delle acque che proteggono tutto il Laos.
L'impatto
con le migliaia di Buddha è molto suggestivo. Statue di ogni dimensione, alcune
più ricche, altre più grezze, lasciate qui da migliaia di fedeli nel corso del
tempo. Sicuramente un posto unico.
Di nuovo a
bordo del nostro tuk tuk, riprendiamo la via del ritorno e, in mezzo alla
polvere che si alza dalla strada sterrata, incontriamo alcuni elefanti a
passeggio.
Tra le
nostre escursioni includiamo anche mezza giornata alle cascate di Tad Sea,
con giro sugli elefanti. Ci appoggiamo a un'agenzia (500.000 kip in due, circa
50 euro, tutto incluso), ma ci si può anche organizzare da soli, con un tuk tuk
(probabilmente si risparmia qualcosa). Arriviamo al fiume in tuk tuk, quindi
raggiungiamo la nostra destinazione in barca. Le cascate sono belle, anche se a
noi sono piaciute di più quelle di Kuang Si.
Il giro
sugli elefanti, in mezzo alla spendida natura laotiana, è carino, anche se
questi animali ci fanno davvero pena. Quando arriviamo li troviamo legati sotto
una tettoia.
Il più piccolo vorrebbe avvicinarsi, forse per ricevere qualche carezza o qualcosa da mangiare, ma ad ogni tentativo viene bloccato dalla sua corta catena. Ci sembra di scorgere la tristezza nel suo sguardo. Poveri animali, chissà come sarebbe bello vederli liberi.
Il più piccolo vorrebbe avvicinarsi, forse per ricevere qualche carezza o qualcosa da mangiare, ma ad ogni tentativo viene bloccato dalla sua corta catena. Ci sembra di scorgere la tristezza nel suo sguardo. Poveri animali, chissà come sarebbe bello vederli liberi.
Facciamo un
giro per il parco, fotografiamo le cascate e vediamo gli elefanti che fanno il
bagnetto nel fiume, poi rientriamo in città.
Nong
Khiaw è un
piccolo paesino sul fiume Nam Ou, a 7 ore di navigazione (verso nord) da Luang
Prabang. Acquistati i
nostri biglietti (100.000 kip a testa), alle 9 del mattino partiamo dal molo
sul Mekong. Sulla piroga siamo tutti turisti, una ventina. Ci “accomodiamo”
sulle scomode sedie di legno, fortunatamente quasi tutte dotate di cuscino.
Al comando
un simpatico ragazzo sorridente. Dopo quasi due ore di navigazione sul Mekong
il motore inizia a dare problemi, la barca non ce la fa ad andare avanti!!
Altre barche si fermano e ci aiutano ad avvicinarci a un isolotto nel mezzo del
fiume. Ci fermiamo.
Il ragazzo
prova in tutti i modi a sistemare il motore ma il problema è una ventola che si
deve essere rotta. Con il cellulare chiama i “soccorsi”. Dopo circa due ore,
arriva un’altra barca che ci porterà a destinazione.
Nell’attesa
il ragazzo ci ha spiegato che quella era la prima volta che andava a Nong Khiaw
e che era molto contento, purtroppo però questo problema non gli ha permesso di
arrivarci. Ci è dispiaciuto molto per lui. Ci siamo sentiti in colpa per
aver pensato soltanto a noi, che eravamo
stati sfortunati e che stavamo perdendo tempo. Quando poi il ragazzo ha dovuto
dare all'altro conducente quasi tutti soldi guadagnati con i nostri biglietti…beh, ci
siamo sentiti pure peggio!
Lui però ha
continuato a sorridere, anche se il suo guadagno era sfumato, anche se la sua
barca si era rotta, anche se doveva tornare indietro, anche se era stato
sfortunato. I laotiani non finiscono di stupirci, il loro approccio alla vita e
la loro filosofia lasciano senza parole e fanno riflettere molto.
Riprendiamo
la navigazione, superiamo Pak Ou e dal Mekong prendiamo il Nam Ou. Per le sei
ore successive attraversiamo paesaggi stupendi, ammiriamo una vegetazione
lussureggiante e tanta vita. Moltissime persone vivono sul fiume: pescano,
raccolgono alghe, si lavano. Il fiume è la loro vita. Passando in barca, tutti
si fermano e i bambini smettono di giocare per salutarci e sorriderci.
Arriviamo a
Nong Khiaw che è quasi sera.
Il villaggio
è attraversato da una strada principale (l’unica asfaltata) che, tramite un
ponte, collega le due rive del fiume.
Attraversiamo
il ponte e andiamo a cercare una guesthouse. Scegliamo un bungalow della
Sunrise GH…un po’ spartano. Il pavimento è di legno, ricoperto da un tappeto,
le pareti sono fatte di bambù intrecciato, il bagno ha la doccia con l’acqua
calda, una turca e un rubinetto con un bidone da dove si prende l’acqua per lo
sciacquone…per una notte possiamo almeno immaginare come possono vivere i
laotiani. Paghiamo 80.000 kip (10 dollari).
È la vigilia
di Natale…cerchiamo un ristorante per la nostra cena...ne proviamo due!! Nel
primo mangiamo riso fritto e carne. Poi aspettiamo circa un’ora per un piatto
di frutta, ma senza fortuna!! Se ne sono dimenticati! Paghiamo il conto e ce ne
andiamo. Entriamo in un altro ristorante dove riusciamo a mangiare un buon piatto
di frutta e dove troviamo il wifi gratuito per fare gli auguri agli amici!!!
Dormiamo
vestiti….il freddo è veramente pungente ed è molto umido. Al mattino ci
svegliamo presto e ci affacciamo al terrazzino del bungalow per vedere il fiume.
La nebbia è ancora bassa e avvolge la montagna, l'atmosfera è unica.
Nong Khiaw |
Lasciata la
guesthouse, facciamo una passegiata e andiamo a fare colazione.
Decidiamo di
tornare a Luang Prabang, ci sarebbe molto da vedere, tante escursioni in questa
natura splendida, ma purtroppo non abbiamo abbastanza giorni per addentrarci
nel meraviglioso nord…un motivo per tornare!
Cerchiamo la
stazione dei pullman, per arrivarci bisogna prendere la strada sterrata che
attraversa tutto il paese, si passa in mezzo al mercato e dopo poco più di 1 km
si arriva a destinazione. Il biglietto per Luang Prabang costa 40.000 kip a
persona, il viaggio dura circa 3 ore, tra natura e piccoli villaggi.
Piana delle Giare – 27 – 28 dicembre
Il 27
dicembre, alle 10 del mattino, a bordo di un minivan partiamo da Luang Prabang
alla volta della piana delle giare.
Il viaggio
dura 7 ore, un vero incubo!! La strada è un susseguirsi di curve per quasi
tutto il tragitto! Abbiamo scelto il minivan (110.000 kip a testa) perché ci
mette 3 ore in meno dei pullman, ma l’abbiamo trovato estremamente scomodo.
Arriviamo
praticamente distrutti a Phonsavan intorno alle 5 di pomeriggio, alla stazione
dei minibus ci sono alcuni rappresentanti di guesthouse e hotel…qualche sera
prima, in internet, avevamo cercato alcuni nomi di guesthouse, così quando al
nostro arrivo vediamo il signore della White Orchid (una delle migliori)
decidiamo di seguirlo.
La camera
non è il massimo, paghiamo 150.000 kip per la doppia con colazione. Tramite la
guesthouse prenotiamo anche l’escursione alla piana delle giare per il giorno
successivo (20 dollari a persona).
Phonsavan è una cittadina polverosa e
dispersiva, fatta di piccoli edifici squallidi e squadrati, che ricordano
l'archittettura popolare di stampo comunista. Notiamo una maggiore povertà
rispetto a Luang Prabang...mentre ceniamo, un ragazzo entra di corsa nel
ristorante e prende degli avanzi dai piatti del tavolo vicino a noi.
Alla sera e
al mattino la temperatura è abbastanza bassa. Il posto più freddo di tutto il
viaggio.
Prima tappa
l’ufficio del turismo. Qui è stata allestita una “mostra” con alcune bombe
inesplose risalenti al “conflitto segreto” avvenuto tra gli anni ’60 e ’70.
Questa zona
è stata martoriata dalla bombe e i segni si vedono ancora oggi.
I siti della
piana delle giare non sono stati completamente bonificati, infatti i sentieri
percorribili sono ben segnalati e non è assolutamente possibile allontanarsi da
essi.
La nostra
visita prevede i 3 siti principali.
La guida ci
racconta che l’origine di queste giare resta sconosciuta…una leggenda narra
che, nel sesto secolo, esse venivano usate per fermentare il vino di riso, al
fine di celebrare la vittoria di una battaglia. Mentre secondo un’altra
leggenda queste giare erano usate per seppellire i morti.
Attraversiamo
alcuni pascoli e campi coltivati e arriviamo al primo sito, in cima ad una
collinetta, qui ci sono circa 250 giare che pesano tra 600 kg e una tonnellata.
Alcune sono coricate, in altre sono cresciuti alberi e piante. Molto
affascinante. Poi notiamo alcuni crateri vicinissimi ad alcune giare…la guida
ci spiega che sono i buchi lasciati dalle bombe americane.
Raggiungiamo
il secondo. Qui ci sono circa un centinaio di giare che sono sparpagliate su
due colline.
Infine il
bellissimo sito 3 dove si trova la giara più grande che pesa quasi 6
tonnellate!!
Dalla cima
della collina si vede la piana sottostante tutta ricoperta di giare. Facciamo
un bel giro in questa area, sempre restando all’interno della zona bonificata.
Infine
vediamo le grotte dove si nascondevano i contadini per sfuggire alle bombe.
Tutto intorno si susseguono tantissimi crateri, che sembrano disegnare le
traiettorie degli aerei. Ci chiediamo quante persone siano morte e quante
ancora ne muoiano nei campi disseminati di bombe inesplose.
Questo posto
fa riflettere. Si rimane affascinati da queste misteriose giare sparpagliate
qua e là sulle collinette qualche migliaio di anni fa...e ci si ammutolisce di
fronte ai grossi crateri lasciati, come cicatrici, dalle bombe americane 40-50
anni fa.
In alcuni posti si va per non dimenticare, qui si viene per apprendere.
In alcuni posti si va per non dimenticare, qui si viene per apprendere.
Ritorniamo
in guesthouse.
Dopo un po’
di riposo e una doccia andiamo alla stazione dei pullman. Abbiamo prenotato i
biglietti del pullman notturno per Vientiane (140.000 kip a testa). Il viaggio
è lungo, scomodo e tremendamente freddo. Arriviamo a Vientiane verso le 7 del
mattino.
Vientiane – 29 dicembre
Alla
stazione prendiamo un taxi e andiamo subito in aeroporto…non per partire, ma
cercare di recuperare il nostro zaino...infatti qualche giorno prima ci avevano
comunicato che l'avremmo trovato lì! Perdiamo un paio d'ore...e alla fine
scopriamo che hanno perso le tracce del nostro bagaglio a Saigon!! Rassegnati,
ci accordiamo con i responsabili della Vietnam Airlines per farci recuperare il
bagaglio al nostro arrivo in Cambogia.
Un po'
delusi prendiamo un taxi per il centro di Vientiane.
Abbiamo solo
una giornata per vedere i punti principali della città, in serata prenderemo lo sleeping bus per Pakse (150.000
kip a testa), così decidiamo di farci accompagnare in giro da un tuk tuk.
Prima tappa
al Buddha Park. Conosciuto anche con il nome di Xieng Khuan, è un parco a una
ventina di km da Vientiane sulle rive del Mekong. In questo parco ci sono più
di 200 statue hindu e buddhiste. È molto famosa la statua gigante di Buddha
coricato, lunga circa 40 metri! Il parco è abbastanza piccolo e non è
sicuramente una delle attrazioni principali del Laos, in tutti i modi, la
notevole concentrazione di statue lo rende un posto particolare.
Dopo il
parco andiamo a vedere il Pha That Luang, il “Grande Stupa Sacro”, vero e
proprio simbolo nazionale della religione buddhista.
Secondo la
leggenda, dei missionari provenienti dall’India eressero qui uno stupa già nel
III secolo a.C. per custodire lo sterno del Buddha. Ricostruito dai francesi
negli anni ’30, è stato completamente ricoperto con una vernice dorata, che lo
rende molto appariscente, ma anche molto finto. Molto più belli, invece, i
templi che lo attorniano, riccamente decorati e dalle classiche sagome che creano
un magnifico impatto visivo.
Durante il
nostro giro passiamo davanti al Patuxai, un grande monumento costruito negli
anni ’60 per commemorare i caduti nelle guerre, la cui forma ricorda un arco di
trionfo.
Il primo è
un bellissimo tempio, il più antico di Vientiane. Nel porticato esterno ci sono
tantissime nicchie che contengono statue di Buddha in argento e ceramica, in
tutto circa 2000! Sotto le nicchie altre statue di Buddha (300) più grandi,
appoggiate su scaffali. Sulle pareti dell’interno ci sono centinaia di nicchie
con figure del Buddha simili a quelle del porticato e dipinti murali che
raffigurano la vita del Buddha.
Di fronte al
tempio c’è il museo Haw Pha Kaew, immerso in un meraviglioso giardino
tropicale.
All’interno
del tempio-museo si possono vedere tantissime statue di Buddha, alcune in oro,
altre in argento o bronzo.
Finito il
giro in tuk tuk, continuiamo a girare per il centro di Vientiane, zaini in
spalla. Ci fermiamo a pranzare in un ristorante all’interno di un cortile molto
carino. Passeggiamo lungo il Mekong e visitiamo altri templi.
Verso sera
prendiamo un tuk tuk per la stazione sud dei bus. Individuato il nostro
sleeping bus aspettiamo le 20. Il pullman parte puntualissimo. Al posto dei
classici sedili ci sono dei lettini, incluso nel biglietto c’è anche il pasto e
l’acqua. Dormiamo tutta la notte (magari ci fossero sleeping bus anche per il
nord!!!). Arriviamo a Pakse intorno alle 8 di mattina.
Le 4.000 Isole del Mekong – 30
dicembre – 2 gennaio
Alla
stazione dei pullman troviamo un signore che organizza dei minibus per Don
Khong (le 4.000 isole del Mekong). Paghiamo 60.000 kip a testa e arriviamo,
dopo 3 ore, a destinazione. Prendiamo una barca (10.000 kip a persona) e
arriviamo sull’isola.
Iniziamo la
nostra ricerca di guesthouse. Dopo averne vista qualcuna ci fermiamo a Pons
River guesthouse, 20 dollari a notte con la colazione.
Decidiamo di
fermarci qui per 3 notti e poi tornare in minibus a Pakse, dove il 3 gennaio
abbiamo il nostro volo per Siem Reap.
Errore. Con
tre notti a disposizione, se ne poteva spendere una a Don Khnog e stare le
altre due a Don Det. Il minibus per Pakse si può prendere tranquillamente dalla
sponda di fronte Don Det.
Altro
errore: il volo da Pakse a Siem Reap. Abbiamo incontrato tantissime persone che
attraversavano il confine via terra tramite minibus, ovviamente a prezzi
decisamente inferiori al volo (che a noi è costato 290 dollari in 2). Il
viaggio in minibus per Siem Reap dovrebbe durare circa 12 ore ed è prenotabile
sia a Pakse che sulle isole.
Durante i
tre giorni trascorsi sulle isole ci rilassiamo, ce la prendiamo con molta
calma! La vita scorre lenta e tranquilla sulle acque del Mekong e noi ne
approfittiamo!
Facciamo il
giro della parte sud dell'isola. Attraversiamo immense risaie e alcuni
villaggi. Arriviamo dalla parte opposta dell’isola, da dove è possibile
ammirare il tramonto.
Durante la
nostra “biciclettata” vediamo i ragazzi uscire da scuola e tornare a casa in
bici, oppure in barca, verso altre isole. Vediamo tanti animali lasciati
pascolare o razzolare liberi.
Che
tranquillità.
Ci fermiamo
a fare foto alle risaie, ai panorami e ai tanti animali che incontriamo. Quando
rientriamo è quasi buio.
I due giorni
successivi andiamo a Don Khon e Don Det.
La barca
costa 60.000 kip a persona e ci impiega circa 3 ore per arrivare, il paesaggio
è incantevole, si possono ammirare scorci paradisiaci e, come nel nord, si può
osservare la vita sul fiume…bambini che giocano, uomini che pescano, donne che
lavorano la terra lungo le rive, monaci che scendono al fiume per lavarsi…le
tre ore trascorrono velocissime.
Una volta a
Don Khon si paga un biglietto di 20.000 kip a testa per poter accedere al ponte
che la collega a Don Det.
Si respira
una tranquillità e un senso di pace incredibile, il tempo scorre lento e le
giornate passano tra un giro in bicicletta, una passeggiata nei villaggi e
nella natura e una mangiata di riso o frutta!!
Andiamo a
vedere le impetuose cascate di Li Phi (Somphamit) e arriviamo fino ad una
piccola spiaggia, dove qualcuno fa il bagno in fiume!
Ci
addentriamo nella piccola Don Khon e poi, attraversato il ponte, incominciamo a
girare lungo i sentieri di Don Det.
Tre giorni
bastano per visitare queste isolette, ma volendo riposarsi e rilassarsi un po’
ci si può fermare di più. L'atmosfera è unica (soprattutto a Don Det).
Il 2 gennaio
prendiamo il minibus per Pakse, ma solo dopo aver litigato con l’autista, che
voleva lasciarci a terra nonostante avessimo il biglietto. Per guadagnare più
soldi aveva raccolto per strada alcuni turisti e quindi il pulmino era
stracolmo. Siamo comunque riusciti a salire e siamo arrivati a Pakse nel
pomeriggio, ma altri sono rimasti a terra e solo dopo ulteriori litigi sono
riusciti a farsi mandare un altro minivan...aspettando altre 2 ore.
A Pakse
abbiamo dormito in una guesthouse sulla via centrale, nulla di eccezionale.
Questa
cittadina non ci ha particolarmente colpito, ma abbiamo avuto poco tempo per
girare!
Il Laos è un
paese che ci ha affascinato moltissimo, siamo partiti pieni di aspettative, un
po’ timorosi che venissero deluse. Invece è stato sorprendente, un viaggio al
di sopra di ogni immaginazione!
Abbiamo
visto posti splendidi. La natura incontaminata e i magnifici templi, il Mekong,
la madre di tutti i fiumi, e le montagne tondeggianti, bellissime all’alba,
ancora immerse nella nebbia.
Ma ciò che
ci ha conquistato di più è il popolo, così gentile, sorridente e semplice.
Il Laos ci
ha stregato, abbiamo potuto scoprire un mondo fino ad oggi a noi sconosciuto.
E' stato
bello svegliarsi a Luang Prabang con i rumori e i colori del mercato, vivere la
tranquillità dei tanti templi, gustare l'ottima cucina, lasciarsi rapire dal
fiume e dalle persone che lo popolano, anzi lo vivono, dal nord, fino
all'estremo sud delle 4000 isole, in perfetta armonia con la natura, pronti a
trasmettere serenità nonostante la loro povertà.
Il bello dell’Asia è esserci, è uno stato d’animo che non si può spiegare a parole.
Il bello dell’Asia è esserci, è uno stato d’animo che non si può spiegare a parole.
Salutiamo la
tranquillità e il fascino di questo paese, ringraziamo questo popolo per la
ricchezza dei sorrisi che ci ha donato.
Il nostro
viaggio non è ancora finito...ci vediamo in Cambogia.
Sabaidee
Sabaidee
Cry e Enzo
Qualche info utile per chi vuole partire
alla scoperta di questo paese…di seguito alcuni siti dove abbiamo trovato
parecchie informazioni:
GUIDE: oltre alle informazioni reperite in
internet, abbiamo acquistato la Routard e la Lonely Planet.
DORMIRE: Abbiamo viaggiato zaino in spalla,
non abbiamo prenotato nulla dall’Italia, ci siamo arrangiati direttamente sul
posto e non abbiamo avuto nessun tipo di problema.
TRASPORTI: Per girare il paese abbiamo usato i
mezzi pubblici: pullman, minivan, barche, piroghe….non è consigliabile
noleggiare un’auto.
Nelle città
e per le escursioni ci siamo sempre mossi in tuk tuk.
MANGIARE: Abbiamo mangiato benissimo ovunque,
alle bancarelle di Luang Prabang, nei ristoranti del nord e del sud…in media si
spendono 6-7 euro in due.
SOLDI: nelle città si trovano facilmente i
bancomat. Conviene cambiare un po’ di soldi in moneta locale: 1 Euro vale circa
10.000 Kip. E’ possibile pagare in dollari, ma il cambio è spesso sfavorevole!
Bellissimo il vostro viaggio in Laos!! aspetto con interesse l'evolversi di questo fantastico blog!! ciao Michela
RispondiEliminaGrazie Miki!!!
RispondiEliminasmack