La frase
più classica che ci si sente dire è: “l'India o la ami o la odi”.
Dobbiamo
dire che per noi non è stato così.
Per certi
versi la parte di India che abbiamo visitato ci ha meravigliati, per altri ci
ha delusi, ma non possiamo dare un giudizio così drastico da schierarci
dall'una o dall'altra parte.
Eravamo
già stati in Asia e ci eravamo innamorati dei popoli gentili e sorridenti del
Laos e della Cambogia…forse ci aspettavamo di trovare la stessa atmosfera.
È stato
così solo in parte.
Abbiamo
sicuramente incontrato molte persone estremamente gentili e ospitali, che non dimenticheremo mai. In qualche caso
invece abbiamo avuto l’impressione di essere visti come polli da spennare.
Ricorderemo
sempre la coda per entrare al Tempio d’oro, gli aquiloni nel cielo di Mandawa,
la gentilezza della famiglia di Agra e il calore del capodanno a Udaipur, ma
non potremo scordare le immagini delle tante persone che vivono ai bordi delle
strade, l'indifferenza con cui si scavalcano le persone riverse a terra
(probabilmente morte). Non dimenticheremo gli occhi di quella donna-bambina
che, invece di giocare, portava in braccio un neonato, sicuramente il figlio, e
stava seduta a bordo strada cercando di vendere qualcosa.
È stato un viaggio lungo, abbiamo
riempito lo sguardo di meraviglie e di estrema povertà, la testa di storia,
miti, religioni e di clacson e caos. Abbiamo visto gli aspetti migliori e
quelli peggiori di una cultura completamente diversa dalla nostra, abbiamo
visto la ricchezza contornata dalla miseria, che rappresenta la quotidianità
per migliaia di persone.
Un viaggio intenso, ricco di emozioni.
Un viaggio che non può lasciare indifferenti, che fa riflettere.
Un bagaglio umano e culturale che ci porteremo dietro per sempre...ciò che noi definiamo "viaggio".
Un bagaglio umano e culturale che ci porteremo dietro per sempre...ciò che noi definiamo "viaggio".
Informazioni utili
HOTEL (caratteristica comune di tutti
gli hotel, il freddo. Non hanno riscaldamento e di notte la temperatura scende
parecchio):
Camera pulita,
abbastanza grande, ottima posizione. Non ha ristorante. Wifi gratuito.
Mandawa: Hotel Shekhawati, pagato 1200 rupie a
notte in camera standard.
Camera spartana
ed essenziale, staff gentilissimo, ottima posizione. Ristorante in terrazza,
ottimo.
Bikaner: Hotel Harasar Haveli, pagato 1650 rupie
a notte in camera deluxe con colazione.
Camera spaziosa,
comoda, posizione un po’ decentrata, è necessario spostarsi in auto o tuk tuk.
Ristorante in terrazza e al piano terra, buono. Internet disponibile su pc
dell’hotel.
Jaisalmer: Hotel Rajmandir, pagato 2500 rupie a
notte in camera deluxe con colazione.
Camera spaziosa,
pulita e con vista sulla città, posizione fantastica all’interno del forte. Non
ha ristorante.
Jodhpur: Hotel Haveli, pagato 2250 rupie a notte
in heritage room con colazione.
Camera spaziosa,
con vista magnifica sul forte, posizione ottima vicino al Clock Tower.
Ristorante in terrazza.
Udaipur: Mewar Haveli, pagato 1630 rupie a notte
in doppia superior.
Camera
piccolina, curata e pulita, posizione ottima vicino al lago. Ristorante in
terrazza, buono. Wifi a pagamento.
Udaipur: Pratap Bhawan, 1630 rupie a notte in
doppia superior.
Camera spaziosa,
vicino al Mewar haveli. Staff gentilissimo. Internet disponibile su pc
dell’hotel.
Bundi: Shivam Guesthouse, pagato 450 rupie a
notte in camera standard.
Camera
essenziale, buona posizione in città. Wifi gratuito.
Pushkar: Green Park hotel, pagato 1800 rupie in
camera super deluxe.
Avevamo
prenotato l’hotel Kanhaia Haveli chiedendo una deluxe room, volevano rifilarci
un tugurio allo stesso prezzo della deluxe perché avevano troppe prenotazioni.
Ce ne siamo
andati e abbiamo cercato un altro hotel, il Green Park.
Camera enorme,
un po’ decentrato.
Jaipur: Hotel Pearl Palace, pagato 1200 rupie a
notte in camera deluxe.
Camera spaziosa
e pulita, buona posizione anche se per muoversi è necessario usare l’auto o il
tuk tuk. Ristorante in terrazza ottimo. Wifi a pagamento.
Agra: Heritage Home, pagato 1200 rupie a
notte con colazione.
Camera spaziosa
e pulita, gestori gentilissimi, wifi gratuito. Decentrato, necessario spostarsi
in auto. Cena preparata dalla famiglia, ottima.
Delhi: Hotel Hari Piorko, pagato 1500 rupie a
notte.
Camera spaziosa,
molto rumorosa. Ottima posizione vicino alla stazione. Wifi gratuito.
Ristorante buono.
RISTORANTI :
Amritsar: abbiamo mangiato in un ristorante lungo
la via principale, vicino al Golden Temple.
Mandawa: Hotel Shekhawati, il ristorante è in
terrazza. Buon rapporto qualità/prezzo.
Bikaner: Hotel Harasar Haveli, ha due ristoranti,
uno sulla terrazza e uno al piano terra. Buon rapporto qualità/prezzo.
Jaisalmer: Lake View Restaurant, ristorante vicino
all’hotel Rajmandir. Dalla terrazza si vede il panorama sul lago e sulla città.
Ottimo rapporto qualità/prezzo. Wifi gratuito.
Jodhpur: Jhankar (Choti Haveli), ristorante
centrale, non lontano dalla piazza dell’orologio. Arredato bene, terrazza con
vista sul forte. Ottimo rapporto qualità/prezzo.
Udaipur: Mewar Haveli, ristorante in terrazza
con vista lago, buon rapporto qualità/prezzo. Un po’ più caro il cenone della
vigilia di Capodanno.
Pichola Haveli,
ottima qualità.
Bundi: Food and Fun Restaurant, ristorante
nella via principale. Buon rapporto qualità/prezzo.
Niro’s,
ristorante un po’ caro rispetto alla media ma la qualità è ottima.
Agra: Heritage Home, la famiglia cucina per
gli ospiti. Ottima qualità e porzioni molto abbondanti.
Spesa media
intorno ai 400-500 rupie a pasto in due. La cucina è prettamente vegetariana,
molto varia e speziata. Abbiamo mangiato di tutto senza problemi.
AUTO:
Abbiamo
prenotato l’auto tramite Car Rental / Kelkoo Travel, prenotato direttamente
contattando Bobby Thakur via mail.
Abbiamo
pagato il 50% all’arrivo e il resto a fine del viaggio. L’autista che ci ha
accompagnato si è rivelato una persona disponibile e gentile. Ci sono stati
solo un paio di episodi in cui non voleva lasciarci alla guesthouse da noi
prenotata, in un caso ha avuto ragione. Nel complesso comunque ci siamo trovati
bene e non abbiamo avuto problemi, l’unica pecca era che parlava poco inglese.
23 dicembre
Arriviamo
a Delhi alle 9,30 del mattino, con un paio d’ore di ritardo. Superiamo i
meticolosi controlli ed ecco il nostro timbro di ingresso!
Benvenuti
in India!
Non
rimane che recuperare il bagaglio, uno zaino mezzo vuoto. Aspettiamo quasi
un’ora, finché vediamo il rullo fermarsi! Che nervoso!
Ci
dirigiamo verso il caotico ufficio Lost&Found, e, mentre siamo in coda
iniziamo a compilare i moduli, pensando a come poter riavere il nostro
bagaglio, visto che faremo un viaggio itinerante. Decidiamo di farcelo spedire
direttamente a casa, in Italia. Stiamo per andare via quando, con grande
sorpresa, vediamo un addetto dirigersi verso l'ufficio con il nostro zaino tra
le braccia!
Usciamo a
cercare Amarjeet, il nostro autista, che ci starà aspettando da un paio d’ore.
Saliamo
sulla Tata Indigo che ci farà percorrere 4.200 km attraverso il Nord-ovest
dell’India. Amarjeet ci porta all’ufficio di Bobby Thakur, un piccolo stanzino
in una specie di vecchio e decadente “centro commerciale”. Paghiamo la metà di
quanto pattuito, il saldo alla fine del tour. Dopo aver visto un video
informativo sull'India, partiamo alla
volta di Amritsar!
Veniamo
subito catapultati nel caos che regna per le strade. Da Delhi ad Amritsar ci
sono più di 450 km da percorrere, che vuol dire quasi 10 ore di macchina!!
Molte
strade sono in costruzione. Tra un cantiere ed una deviazione attraversiamo
molti paesi, in un traffico caotico e disordinato di auto camion e motorini
zigzaganti, accompagnati dall'ininterrotto suono dei clacson. Un vero delirio!
Arriviamo
distrutti ad Amritsar alle 10 di sera, l’autista dopo aver girovagato un po’
alla ricerca della strada giusta, ci porta in hotel!
In camera
fa parecchio freddo.
Dopo una
bella doccia bollente ci infiliamo nei nostri sacchi lenzuolo, sotto le
coperte. Buona notte!
24 dicembre
Usciamo
dall’hotel alle 10, Amarjeet ci accompagna al Tempio d’Oro, il più sacro dei templi Sikh.
A piedi
nudi, ci avviamo verso l’entrata, dove ci sono delle fontane per lavare mani e
viso. Si passa quindi dentro delle vasche per lavare i piedi prima di accedere
al luogo sacro.
Camminando
sul marmo freddo, entriamo da una delle quattro porte di ingresso.
Il
piccolo tempio dorato ci offre il suo profilo, al centro di una enorme vasca.
Tutto intorno un lunghissimo porticato bianco che si specchia nell'acqua.
Bellissimo.
Dopo aver
scattato qualche foto, ci mettiamo in coda insieme ai fedeli per entrare
all’interno del tempio.
Sono
persone estremamente gentili e accoglienti, ci danno il benvenuto e sono
contenti di poterci descrivere le loro credenze e le loro usanze. Ci raccontano
le loro storie, da dove vengono, e cosa fanno. Uno di loro è stato anche in
Italia.
Impariamo
che la religione Sikh è molto tollerante, tutte le persone sono uguali, infatti
non riconoscono il sistema della caste. L'attesa passa velocemente.
Entriamo
in silenzio nel tempio. Ci sono guru che pregano insieme ai fedeli, sono tutti
molto concentrati. Il tempio ha due piani, che visitiamo molto velocemente,
cercando di non disturbare troppo i numerosi fedeli che pregano accalcati in
ogni angolo.
Andiamo a
recuperare le nostre scarpe e facciamo una passeggiata nelle vie caotiche della
città, ci fermiamo nel giardino Jallianwala Bagh, conosciuto per il massacro
del 1919, quando gli inglesi uccisero un migliaio di persone e ne ferirono
oltre due mila. Nel giardino è stato eretto un monumento a ricordo di quel
terribile evento, sui muri si possono ancora vedere i segni lasciati dalle pallottole
inglesi.
Pranziamo
in un ristorante sulla via principale, un ottimo Thali e del riso (320 rupie).
Torniamo
dal nostro autista, che, col suo inglese un po' stentato, ci propone di andare
al confine con il Pakistan. Non capiamo bene a fare cosa, ma accettiamo.
Arriviamo
a Wagha Border. Ci sono tantissimi camion, auto e centinaia di persone. Tutti
fermi in attesa di superare il confine.
Il nostro
autista ci dice che non possiamo portarci dietro nessuna borsa o zaino, lui
resterà in macchina e farà da guardia alle nostre cose.
Ci
mettiamo in coda, siamo gli unici occidentali. Veniamo divisi in due gruppi, da
una parte le donne e dall’altra gli uomini. Superiamo i controlli, chi aveva
borse o zaini viene rimandato indietro. Entriamo e arriviamo ad un anfiteatro,
diviso in due settori…uomini e donne. Ci dividiamo e ci accomodiamo sugli
spalti.
C’è un
cancello che divide l’India dal Pakistan, soldati schierati da ambo le parti e
infine gli speaker che incitano le folle. I soldati eseguono le “manovre di
rito” per il cambio della bandiera. Ad un certo punto va in scena una vera e
propria gara di bravura, a chi urla più a lungo, tra un soldato indiano e uno
pakistano. C'è un tifo da stadio, cori urlati a squarciagola nel tentativo di
sovrastare quelli dei cugini d'oltreconfine.
Uno
spettacolo davvero bizzarro.
25 dicembre
Si parte
da Amritsar intorno alle 10, dobbiamo arrivare a Mandawa. Passiamo il Natale in
auto, arrivando a destinazione alle 22.30!
26 dicembre
Ci
svegliamo con molta calma. Passeremo tutta la giornata nella piccola Mandawa. Prendiamo una guida (250
rupie), un ragazzo simpatico, che ci porta in giro per le vie della cittadina.
Mandawa è
un paese polveroso, abbastanza tranquillo e ricco di haveli, le splendide case
dei ricchi mercanti, che ostentavano il proprio benessere attraverso
l'architettura e gli affreschi di queste favolose dimore.
Ci
addentriamo nelle vie, incrociamo pochissime persone. Visitiamo alcune haveli,
quelle che si presentano ancora in buono stato e ci permettono di apprezzarne i
bellissimi decori. Questa città doveva essere magnifica un tempo. Interi
edifici istoriati con scene religiose o di battaglia. Peccato che molte di
queste case non siano ben preservate e mostrino tutti i segni del tempo.
Durante
la giornata facciamo ancora un giro per la cittadina e poi ci rilassiamo un po’
sul terrazzo dell’hotel, da dove assistiamo allo spettacolo del tramonto. Sono
decine, forse centinaia gli aquiloni che volano nel cielo. Bambini, ragazzi e
adulti fanno a gara a chi li manda più in alto.
Che
spettacolo, un momento che trasmette pace e tranquillità, incredibile il
silenzio, si sente solo il suono dell’aria che li trasporta in alto nel cielo!
Ceniamo
nel ristorante dell’hotel e ringraziamo l'ottimo cuoco, un ragazzo poco più che
ventenne.
27 dicembre
Salutiamo
gli amici dell’hotel, ringraziandoli per la calorosa accoglienza e partiamo
alla volta di Bikaner. Prima però facciamo tappa a Deshnok, dove andiamo a
visitare il tempio di Karni Mata, il tempio
dei topi.
La storia
narra che nel XIV secolo, Karni Mata chiese a Yama, il dio della morte, di far
resuscitare il figlio di un cantastorie, Yama si rifiutò e Karni Mata si
infuriò e proclamò che ogni cantastorie, dopo la morte, avrebbe abitato
temporaneamente in un topo prima di reincarnarsi, privando così il Dio di molte
anime umane. Secondo un'altra versione, invece, Karni Mata proclamò che le
anime dei bambini avrebbero avuto questa sorte. Ad ogni modo, i topi del tempio
sono sacri e protetti.
Qui
centinaia di persone ogni giorno entrano in preghiera e portano da mangiare
agli "inquilini". I topi sono migliaia...dobbiamo ammettere che fa un
po' di effetto.
Lasciamo il tempio e ci dirigiamo verso Bikaner. Lasciamo i bagagli in hotel e ci facciamo accompagnare al forte Junagarh.
Giriamo
tra i cortili e le stanze di questa antica residenza dei Maharaja. All’interno
c’è una ricca collezione di oggetti appartenuti al Maharaja Ganga Singh, armi,
paramenti e persino un aereo.
Finito il
giro del forte decidiamo di prendere un tuk tuk per addentrarci nelle
strettissime vie della zona vecchia della città. Ci fermiamo a vedere alcune
haveli, attraversiamo il mercato e arriviamo al tempio giainista di Bhandasar.
La città è caotica e polverosa, nelle strette vie si
incrociano altri tuk tuk, moto, gente a piedi, in bici…meno male che le
macchine non ci passano!
28-29 dicembre
Lasciata
Bikaner, eccoci in strada alla volta di Jaisalmer,
dove ci fermeremo per due giorni.
A circa
metà strada facciamo due soste, la prima nel villaggio di Ramdevra, dove
attraversiamo il mercato locale per andare a vedere il piccolo tempio. La
seconda tappa è a Pokoran, dove visitiamo il forte di arenaria rossa.
Arriviamo
a Jaisalmer nel pomeriggio facendoci largo tra le strade incasinate che portano
verso la città antica, all'interno del forte, dove si trova il nostro hotel.
Il forte,
rialzato rispetto al resto della città, svetta imponente e dà l'impressione di
essere al di fuori del tempo.
Jaisalmer
è una città davvero affascinante, sicuramente la tappa che a noi è piaciuta di
più. È soprannominata “Golden City” per il caratteristico color miele che
assume al tramonto.
Visitiamo
il meraviglioso palazzo Mandir, la
residenza del maharaja. Ci addentriamo nel labirinto intricato di stanze e
cortili, veniamo catapultati in un’altra dimensione. Ascoltando l’audioguida
ripercorriamo la vita dei maharaja e di tutte le persone che abitavano in
questo palazzo. Incredibile lo spettacolo dal terrazzo al tramonto, la città è
davvero “dorata”, le mura del forte, le case esterne al forte…tutto assume il
colore dolce del miele. Ci godiamo la vista per un po’ e poi usciamo dal
palazzo.
Passeggiamo
nelle strette vie del forte tra i tanti negozietti di artigianato, pashmine,
vestiti e quant'altro.
Il giorno
dopo ci svegliamo presto per visitare i templi
giainisti. Meglio andarci appena aprono per riuscire a vederli
relativamente vuoti.
Questi 5
templi, costruiti tra il XII e il XV secolo in arenaria gialla, sono
bellissimi. All’interno ci sono centinaia di colonne, decorate splendidamente,
e statue nei corridoi che circondano gli altari. Jaisalmer ci sta sorprendendo.
Prendiamo
un tuk tuk e ci facciamo accompagnare alle principali Haveli della città,
decidiamo di non entrare. Sono bellissime da ammirare da fuori, mentre dentro
non c’è praticamente nulla se non negozi.
Nel primo
pomeriggio il nostro autista ci porta a vedere Gadi Sagar, un lago artificiale che rappresenta il rifornimento
idrico della città. Il lago è circondato da scalinate e da un bel palazzo, in
mezzo all'acqua ci sono alcuni tempietti che si possono raggiungere in barca.
Infine, deserto del Thar. Ci vuole circa un’ora da Jaisalmer per raggiungere Khuri, da dove partono le gite a dorso di dromedario.
Paghiamo
circa 30 euro in due per fare il giro al tramonto. I ragazzi che ci
accompagnano ci portano sulle dune e ci lasciano lì dicendo che verranno a
prenderci dopo il tramonto, siamo un po’ scettici visto che vuol dire aspettare
due ore e visto il livello di foschia (o polvere) che difficilmente ci farà apprezzare
lo spettacolo del sole che va a dormire.
A qualche
centinaio di metri altre persone, parecchie…ci avviciniamo verso la folla.
Decine e decine di turisti e locali venuti apposta per vedere il tramonto...e
per finire...bancarelle! Non ci possiamo credere! Siamo nel deserto più
affollato del mondo! Sarà passato un quarto d’ora da quando abbiamo lasciato i
dromedari…ma vogliamo già tornare indietro. Siamo molto delusi, forse anche
perchè siamo stati da poco nel Sahara, dove abbiamo potuto ammirare il tramonto
e l’alba nel silenzio più totale del deserto.
Tornati
al campo base, paghiamo e torniamo a Jaisalmer.
30 dicembre
Siamo di
nuovo in viaggio.
Salutiamo
la bellissima Jaisalmer e partiamo alla volta di Jodhpur.
Ci
sistemiamo in un hotel vicino alla Torre
dell’Orologio e andiamo a visitare il forte Mehrangarh. Si tratta di una delle più vaste roccaforti dell'India,
costruito sulla cima di una collina nel 1459 da Rao Jodha, il sovrano cui si
deve anche la fondazione della città di Jodhpur. Le mura che circondano il
complesso hanno un'altezza di 36 metri e sono spesse 21 metri. All'interno si
trova un museo con collezioni di strumenti musicali, miniature e portantine
regali. Ci si perde tra stanze e cortili, ammirando i decori e i dettagli di
queste architetture.
Attorno
al forte si sviluppa tutta la città…ovviamente un caos! La parte più antica è
caratterizzata da case dipinte di azzurro. Un tempo solo le case dei bramini (i
sacerdoti induisti) erano dipinte in blu cobalto, ora questa usanza si è estesa
a tutti.
Visitiamo
anche il Jaswant Thada, un mausoleo in marmo bianco costruito nel 1899.
All'interno si trova una galleria con ritratti dei sovrani di Jodhpur.
Torniamo
in città e iniziamo a girovagare per le vie e i mercati. Ci rapisce in
particolare lo Spice Paradise,
gestito da una gentilissima ragazza. Qui compriamo diversi prodotti ayurvedici
e alcune spezie. La ragazza dà anche lezioni di cucina e ci prepara uno
squisito thè masala! Davvero ottimo!
Dopo
l’ottima cena, torniamo in hotel, dalla nostra stanza si vede il forte
illuminato. Che meraviglia!
31 dicembre – 1 gennaio
Lasciamo Jodhpur alla volta di Udaipur. Prima però
facciamo due tappe.
Prima sosta a Ranakpur,
dove si trova il tempio di Adinath del XV secolo, il più grande santuario giainista
e uno dei cinque templi più sacri dell'India. All’interno 1444 colonne
scolpite, una diversa dall’altra, sorreggono cupole e torri. Infine le statue,
ce ne sono centinaia!
Lasciato il meraviglioso tempio, facciamo una deviazione
per il forte di Kumbhalgarh.
Si attraversano piccoli villaggi, la strada è un
susseguirsi di curve, ci mettiamo quasi un’ora ad arrivare.
Il forte è una costruzione imponente che domina valli
selvagge a perdita d'occhio. Le mura sono lunghe ben 36 chilometri (terze al
mondo per lunghezza dopo la muraglia cinese e le mura di Gorgan in Iran).
L'area comprende, oltre al castello, centinaia templi, Hindu e giainisti.
Il motivo principale per visitare questo luogo è la vista
che si estende per decine di chilometri sulle montagne della catena di
Aravalli, purtroppo la giornata, come sempre, è nebbiosa e quindi non si può
godere granché dello spettacolo.
Arriviamo finalmente a Udaipur. Lasciati i bagagli in camera, passeggiamo nelle viuzze
colorate di negozi.
Girovaghiamo
un po’ ed è già ora di cena! E’ la vigilia di Capodanno, alcuni ristoranti sono
pieni, decidiamo di mangiare nel ristorante dell’hotel Mewar Haveli.
Dall’ultimo piano si gode di una vista spettacolare sul lago e sul resto della
città illuminata a festa per l'arrivo del nuovo anno!
Mangiamo
il dal, delle patate tandoori, il riso buryani e il chapati…squisito!
Finito di
cenare, torniamo nel nostro hotel, i proprietari sono in terrazza con la
famiglia a festeggiare, ci invitano a restare con loro per aspettare la
mezzanotte e vedere i fuochi d’artificio!
Allo
scoccare della mezzanotte, ci scambiamo gli auguri con tutta la famiglia e
restiamo un po’ in terrazza a guardare i fuochi che illuminano la città.
Un bel
capodanno.
Il primo
giorno del 2012 andiamo a visitare il City
Palace, il più grande del Rajastan, entriamo
all’apertura quando non c’è ancora troppa gente. Prendiamo una guida che ci
accompagna nella visita e ci racconta la vita all’interno del Palazzo.
Nel lago,
di fronte al City Palace, ci sono altri due bellissimi palazzi: il Jag Niwas, conosciuto come Lake Palace,
adibito ad albergo (uno dei migliori dell'India) e il Jag Mandir, quest'ultimo immerso in un bel giardino e utilizzato
come location per feste e matrimoni, che chiunque (se lo possa permettere) può
affittare per più giorni.
Usciti
dal City Palace andiamo ad imbarcarci per visitare Jag Mandir. Dalla barca ci
godiamo la città da un altro punto di vista, col suo imponente Palazzo riflesso
sull’acqua.
Tornati
nel caos cittadino, ci incamminiamo verso il Jagdish Temple e poi alla Bagore
Ki Haveli che si trova sulle sponde del lago.
Finiamo
la giornata tra i negozietti, dove compriamo ancora qualche prodotto ayurvedico
e dell’argento.
2 gennaio
Salutiamo
Udaipur e partiamo alla volta di Bundi...passando per la Transilvania! Lasciata
la città percorriamo tre ore di nebbia densissima...non si vede assolutamente
nulla!
Le strade
in questo tratto sono particolarmente sconnesse e malridotte. Sembra un viaggio
infinito!
Facciamo
una tappa a metà strada a Chittorgarh.
Si tratta di un complesso enorme, visitiamo solo alcuni punti di interesse, il
Forte, un palazzo di cui restano solo delle rovine e la Torre della Vittoria.
Ripartiamo
alla volta di Bundi.
Una volta
arrivati lasciamo i bagagli in guesthouse e andiamo a visitare il palazzo e il
forte.
Percorriamo
la ripida salita che porta fino all’ingresso del palazzo, arriviamo in cima
alla collina esausti! Il palazzo è bello, peccato che sia trascurato.
Bello il
panorama dal terrazzo sulla città, risaltano le case color blu cobalto.
Tentiamo
la “scalata” al forte, il sentiero è quasi inesistente e lungo il cammino
incrociamo tantissime scimmie.
Concludiamo
la giornata con una passeggiata per la cittadina, tanto tranquilla quanto
malridotta.
3 gennaio
Lasciamo
Bundi e ci immergiamo di nuovo nella nebbia. Destinazione Pushkar, la città del
lago sacro. Prima di arrivare, ci fermiamo ad Ajmer per vedere la moschea E-Sharief Dargah. Dopo La Mecca, il più
importante luogo di culto per i musulmani...e la folla che incontriamo sembra
darcene conferma.
Pushkar è una città dove la sacralità e
la devozione dei fedeli si scontra con i
numerosi negozietti e ristoranti ad uso turistico. Visitiamo il tempio
di Brahma e scendiamo sulle rive del lago, evitando i sedicenti sacerdoti che
cercano di rifilarti dei petali per la Puja (preghiera) e da cui siamo stati
messi in guardia dal nostro autista.
Ci sono
52 “vasche” dove i fedeli possono bagnarsi nelle acque sacre.
Mentre
osserviamo il lago e le scalinate, si avvicina un anziano signore che ci
racconta la storia di Pushkar.
Secondo
la tradizione dalla mano di Brahma cadde un fiore di loto e dai petali del
fiore sgorgò l'acqua che diede origine al lago di Pushkar.
Ringraziamo
il gentile vecchietto e passeggiamo un po' tra i negozietti.
4-5 gennaio
Arriviamo
a Jaipur, capitale del Rajasthan,
soprannominata la città rosa per via delle costruzioni in pietra arenaria rosa.
Jaipur è una
città caotica. Il rumore del traffico, dei clacson, non si interrompe mai.
Amarjeet
ci porta un po' in giro. Passiamo dalla zona centrale e fotografiamo il famoso Palazzo dei Venti, Hawa Mahal, uno dei
simboli di Jaipur, costruito nel 1799 per permettere alle dame di corte di
osservare la strada sottostante dalle 953 finestre senza essere viste.
Uscendo
un po' dalla città, sulla strada verso l'Amber Palace, ci fermiamo a vedere il
Jai Mahal, un palazzo costruito su un isolotto di un lago. Infine visitiamo
ancora il Birla Temple, un tempio moderno di marmo bianco.
Il giorno
successivo andiamo all’Amber Palace,
ci facciamo accompagnare dall’autista fino all’ingresso del palazzo e lasciamo
perdere la salita a dorso di elefante…ci fanno troppa pena quei poveri animali
che fanno tutto il giorno avanti e indietro.
Entriamo
nel grandissimo cortile interno e decidiamo di prendere una guida per
apprezzare meglio la visita.
Si
susseguono cortili, giardini, fontane e palazzi magnifici, il più bello è il
Diwan-i-Khas, il palazzo degli specchi, così chiamato per le incredibili decorazioni
fatte con vetri e specchi e arricchite di oro e argento.
Si passa
poi nella zona che una volta era riservata alle donne, un labirinto di stanze,
hammam e corridoi.
Questo
palazzo è una vera perla, secondo noi il più bello del nostro viaggio,
assolutamente da vedere!
Torniamo
in città e andiamo a visitare il complesso City Palace, residenza attuale del
Marahaja. All’interno ci sono palazzi, collezioni e cortili. Bella visita,
anche se non particolarmente interessante. Usciti dal City Palace andiamo
all’osservatorio astronomico, Jantar
Matar, dove si possono vedere degli strumenti astronomici inventati per
diverse misurazioni.
Girovaghiamo
ancora un po’ per la città prima di tornare in hotel.
6-7 gennaio
Dobbiamo
percorrere 230 km per arrivare ad Agra, con qualche tappa.
La prima
fermata è subito fuori Jaipur, vorremmo vedere il Monkey Temple…Amarjeet ci
lascia ai piedi di una collina, la strada per arrivare al tempio si può
percorrere solo a piedi. Superiamo una porta, intorno a noi è pieno di animali.
Mucche, capre, tantissime scimmie, maiali…la strada è ricoperta da uno strato
di qualcosa di non ben definito (anzi...purtroppo è molto ben definito...)! Si
affonda con i piedi e l'odore è nauseabondo. Desistiamo. Rimontiamo in
macchina.
Seconda
tappa a Fatehpur Sikri, a pochi
kilometri da Agra. Visitiamo il forte, costruito verso la fine del ‘500 in
pietra arenaria rossa. Ci sono diversi palazzi e cortili e, all’esterno, una
moschea, un’opera molto sacra per i musulmani.
Arriviamo
ad Agra e dobbiamo discutere con il
nostro autista che non vuole lasciarci alla guesthouse che abbiamo prenotato.
Alla fine abbiamo la meglio.
Veniamo
accolti dai proprietari come dei figli!
La cena è
squisita...tanto che Enzo esagera e fa indigestione…di lenticchie, patate e
chapati.
Il
mattino alle 6.30 usciamo, sembra non esserci troppa nebbia, andiamo al Taj Mahal, un monumento all’amore,
edificio funerario fatto costruire dall’imperatore per la moglie morta di
parto.
Si entra
alle 7, quando il cielo inizia a schiarire e dentro non ci sono ancora troppe
persone.
Il Taj Mahal si presenta a noi avvolto da un
leggero velo, dandoci l'impressione di essere quasi irreale. I primi raggi di
sole sono deboli e si perdono nella lieve foschia. Non è la luce ideale per
ammirare tutto lo splendore del mausoleo, ma, come detto, questa atmosfera è
quasi magica.
Giriamo
un po’ per il sito e fotografiamo il monumento da tutti i punti.
L'unica nota negativa è la mancanza di acqua nelle vasche del bellissimo giardino. E' giorno di pulizia. Non possiamo così godere de riflesso del Taj...un motivo per tornare!
Torniamo in guesthouse per la colazione e quindi usciamo per visitare l’ultimo forte di questo viaggio, il Red Fort di Agra.
L'unica nota negativa è la mancanza di acqua nelle vasche del bellissimo giardino. E' giorno di pulizia. Non possiamo così godere de riflesso del Taj...un motivo per tornare!
Torniamo in guesthouse per la colazione e quindi usciamo per visitare l’ultimo forte di questo viaggio, il Red Fort di Agra.
Facciamo
un giro veloce, è un forte molto bello...ma oramai ne abbiamo visti talmente
tanti che ci risulta un po’ monotono.
Torniamo
in guesthouse presto anche perché Enzo non si sente per niente bene, infatti ha
la febbre!
8-9 gennaio
Salutiamo
i fantastici signori della guesthouse e ci dirigiamo verso Delhi.
Passiamo
l’ultima giornata in giro per questa città dai grandi contrasti. Passiamo dai mercati popolari ai palazzi governativi.
Realtà diverse nella stessa cornice di caos e odori.
Arriva
così il giorno della partenza, è ora di tornare alla nostra realtà e salutare questo paese.
Arrivederci!
Cry e
Enzo
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