Rieccoci nuovamente in viaggio… I nostri zaini sono pronti per una nuova avventura!
Partiamo dal Kuwait a mezzanotte con volo IndiGO per New Delhi. All’arrivo,
dopo aver sbrigato le pratiche di immigrazione (è necessario avere il visto
anche in caso di transito), ci incamminiamo verso la zona partenze
dell’aeroporto. Aspettiamo che apra il check-in della Druk Air (Royal Bhutan
Airlines) ed eccoci pronti per il nostro volo per Paro.
Dopo un paio di ore, l’aereo entra nella valle di Paro e, tra una montagna
e l’altra, effettua un atterraggio spettacolare! Un arrivo decisamente
adrenalinico…
Finalmente siamo in Bhutan!
All’uscita dall’aeroporto la nostra guida, Arun, ci sta aspettando con
l’autista, Tashe. Saranno i nostri accompagnatori per tutto il viaggio.
Per visitare il Bhutan è necessario appoggiarsi ad un’agenzia, noi abbiamo
scelto la Nepal Hiking Team di Kathmandu. Il responsabile, Ganga, si è dimostrato molto
affidabile e competente ed è riuscito a creare un tour adatto alle nostre
esigenze, bilanciando perfettamente visite di templi e forti con trekking e
camminate bellissime.
7 novembre – Paro
Appena usciti dall’aeroporto andiamo a visitare il Ta Dzong, l’antica torre
di avvistamento, che oggi ospita un museo. La collezione include diversi
oggetti di uso quotidiano, armi, quadri e statue… uno spaccato della cultura
locale.
Lasciato il museo, raggiungiamo il forte di Paro a piedi. Purtroppo, è tardi e il forte è già chiuso, facciamo così una passeggiata fino al centro città.
Passiamo la nostra prima notte all’Olathang Cottage. I bungalow sono
immersi nel giardino, la camera è grande e riscaldata. La cena è servita nel
ristorante vicino alla reception, dove assaggiamo i primi momo della vacanza!
8 novembre - Tiger’s Nest – Thimpu
Lasciamo presto l’hotel, prendiamo la nostra colazione da asporto e
partiamo alla volta del Tiger’s Nest, il Taktshang Monastery, ossia il tempio
più famoso del Bhutan, incredibilmente arroccato su un dirupo a 900 metri di
altezza dalla vallata sottostante.
Il suo nome è legato alla leggenda secondo la quale Guru Rinpoche sarebbe giunto
fino qui sul dorso di una tigre per sottomettere il demone Singey Samdrup. Il
guru trascorse qui i tre mesi successivi, in meditazione all’interno di una
grotta.
Per raggiungere il tempio c’è una bella camminata sulle montagne di quasi 5
chilometri. Il sentiero è ben tracciato, abbastanza faticoso ma comunque
semplice. Iniziamo il nostro trekking intorno alle 7, la temperatura è ancora
bassa ma dopo un’oretta di camminata in salita si possono già togliere le
giacche! Arriviamo al primo view point intorno alle 8. C’è un caffè dove ci
fermiamo a fare fotografie e colazione sulla terrazza al sole, vista Tiger’s
Nest.
Riprendiamo il cammino, facciamo qualche sosta per riprendere fiato e
ammirare il tempio sempre più vicino. Finalmente arriviamo, lasciamo gli zaini
con le macchine fotografiche e cellulari all’ingresso ed entriamo a visitare i
templi. Ci sono molte statue e molte immagini dipinte in tutti gli edifici.
Caratteristica di tutti i templi sparsi nel paese.
Torniamo a valle ed è quasi ora di pranzo, dopo una breve deviazione in auto per andare a vedere il Drugyel Dzong e una piccola farm dove le padrone di casa stanno setacciando il riso.
Pranziamo in un ristorante lungo il fiume.
Lungo la strada ci fermiamo a Chuzom, dove confluiscono i fiumi di Thimpu e di Paro. Qui sono stati costruiti tre diversi tipi di stupa: uno in stile tibetano, uno nepalese e uno bhutanese.
Facciamo una seconda sosta ad un tempio privato, Tschogang Lhakhang,
costruito nel quindicesimo secolo. Si attraversa un ponte sospeso di ferro,
tutto adornato di bandiere di preghiera e si sale sulla collina fino al tempio.
Pernottiamo all’hotel Migmar, la camera è spaziosa e comoda. Il ristorante
offre principalmente piatti della cucina indiana.
9/10 novembre – Punakha
Lasciamo presto l’hotel e iniziamo il nostro viaggio verso Punakha, che
dista quasi tre ore di auto. La strada è un susseguirsi di tornanti su montagne
verdissime, raggiungiamo il Dochula Pass a 3080 metri di altitudine.
Si tratta di un luogo molto popolare in quanto offre una splendida vista
panoramica a 360 gradi sulla catena dell’Himalaya. Purtroppo, ci sono un po’ di
nuvole e la vista è in parte coperta.
Da qui si ha una vista su tutte le montagne che fanno da maestoso contorno
al tempio. Riusciamo a vedere le vette innevate dell’Himalaya e tra queste c’è
il Gangkhar Puensum che, con i suoi 7.570 metri, è la vetta più alta del Bhutan
ed è anche la montagna più alta a non essere ancora stata scalata. In Bhutan,
infatti, vige il divieto di scalare montagne oltre i 6.000 metri per rispetto
delle credenze locali e dal 2003 l’alpinismo è proibito.
Tornati al Dochula Pass, visitiamo i 108 chorten, conosciuti come Druk
Wangyal Chorten. Si tratta di un santuario buddhista, fatto costruire da sua
maestà Ashi Dorji Wangmo Wangchuk, la regina madre, per commemorare i soldati
bhutanesi morti nel dicembre 2003 combattendo contro degli insorti indiani.
Arrivati a Punakha, pranziamo nella terrazza di un bellissimo ristorante con vista sulla valle. Dopo l’ottimo pranzo, Arun ci porta a visitare il Chimi Lhakhang, conosciuto anche come il tempio della fertilità.
Dopo la visita del tempio, andiamo in hotel. Alloggiamo al River Valley,
con una bellissima vista sul fiume, di fronte alla cittadina di Khuruthang.
Khuruthang è un paese nuovo, non particolarmente attraente. Ci sono negozi
e alcuni ristoranti. Carino il piccolo giardino lungo il fiume, dove ci sediamo
a bere qualcosa al bar Garuda, e il mercato locale.
Il giorno successivo, dopo la colazione, ci addentriamo nella valle di
Punakha.
Tashe ci lascia lungo il fiume Mo Chhu, dove attraversiamo un ponte sospeso
e ci incamminiamo in mezzo a campi coltivati e risaie. Il paesaggio è magnifico
sembra quasi di stare dentro un dipinto ad olio. La temperatura è piuttos
to
alta, non ce lo aspettavamo!
Dopo aver scattato innumerevoli foto, raggiungiamo la nostra meta: il Khamsum Yuelley Namgyal Chorten. Fatto costruire dalla regina madre, questo tempio è uno splendido esempio di architettura bhutanese. Visitato il tempio, ritorniamo verso il ponte, dopo aver riattraversato le risaie.
Pranzo al sacco organizzato dalla nostra guida. Facciamo un picnic lungo il
fiume sotto una bella pineta. Mangiamo delle ottime verdure, del maiale e del
pollo.
Dopo pranzo andiamo a vedere il ponte sospeso di Punakha, il più lungo di
tutto il paese (circa 160 metri).
Decine di bandiere della preghiera sventolanti ci accompagnano nel tragitto
da una parte all’altra del fiume.
Per finire il pomeriggio, visitiamo il Punakha Dzong, il forte che sorge in
prossimità della confluenza tra i fiumi Pho Chhu e Mo Chhu.
È il centro amministrativo e religioso della città, costruito tra il 1637 e
il 1638 è uno dei più imponenti del paese.
Nel primo cortile si trovano uffici amministrativi, uno stupa di colore
bianco e un fico sacro. Nel secondo cortile invece vi sono le residenze dei
monaci; tra i due cortili, si erge l'utse. Il terzo cortile, il più meridionale
di tutti, è quello che conserva le reliquie di Pema Lingpa e Ngawang Namgyal.
Alluvioni catastrofiche hanno spesso coinvolto l’area in cui sorge lo dzong
di Punakha, causando danni molto gravi in almeno tre occasioni: 1957, 1960 e
1994.
Dopo gli ultimi lavori di ristrutturazione, lo dzong presenta decorazioni
notevolmente più ricche, tra cui anche 200 nuove immagini sacre.
Insieme allo dzong, nel XVII secolo fu costruito anche un ponte a sbalzo
coperto di legno che attraversava il Mo Chhu. Distrutto anch’esso
dall’alluvione del 1957, tra il 2006 e il 2008 fu ricostruito secondo uno stile
architettonico tradizionale.
Dopo la visita al forte torniamo in hotel, passeggiata nella cittadina e
poi rientriamo per cena.
11 novembre – Gangtey
Partiamo presto da Punakha per arrivare nella valle di Phobjikha, dove
assistiamo al festival delle gru dal collo nero.
Arrivati a Gangtey, la nostra meta è il Gangtey Goempa, il tempio dove si
svolge il festival. Attraversiamo il mercato allestito lungo la strada
principale, entriamo nel tempio, il festival è appena iniziato! Ci sono i
discorsi di benvenuto dei vari rappresentanti istituzionali e poi iniziano le
danze! Ci sono balli delle classi delle scuole, di gruppi di signore, la danza
delle gru e poi la danza dei monaci, quella più affascinante. I monaci
indossano tutti delle maschere. Questo rituale si deve a Guru Rimpoche, che
riusciva a soggiogare spiriti maligni, demoni, orchi e orchesse,
“inchiodandoli” al suolo tramite la costruzione di edifici sacri. Nei cham, le
danze eseguite durante gli tshechu, molti gesti rituali sono proprio volti a
domare e sconfiggere le potenze oscure e per questo motivo i monaci indossano
maschere spaventose che rappresentano questi spiriti maligni.
Oltre ai cittadini locali, ci sono molti altri turisti. È davvero una bellissima esperienza, passiamo la mattinata incantati…
Usciti dal tempio ci fermiamo ad una bancarella per comprare qualcosa da
mangiare, assaggiamo degli ottimi momo con ripieno di carne e una salsina
piccante davvero buona!
Dopo il pranzo al volo, ci incamminiamo verso il paese, percorrendo il
Gangtey Nature Trail, una piacevole passeggiata tra i boschi, con alcuni view
point che si affacciano sulla magnifica vallata verde di Phobjikha.
Arrivati al fondo della camminata, la nostra auto ci sta aspettando e ci
porta al “Black-Necked Crane Information Centre”, il centro in cui è possibile
scoprire di più sulla storia delle gru e la loro migrazione dal Tibet. In
questo centro è possibile apprendere informazioni sulla zona e sulla
popolazione che abita questa valle. Una visita interessante, soprattutto perché
con i binocoli che ci sono nel centro riusciamo a vedere le prime gru arrivate
qui dal Tibet!
Lasciamo il centro e a piedi ci avviamo verso il nostro hotel, il
Namgayling Cottage. Passiamo di fianco a case e guesthouse, vediamo famiglie
intente a lavorare la terra. Entriamo a visitare la casa di una gentilissima
signora ed esploriamo un po’ la zona. Arriviamo in hotel quando il sole sta già
tramontando, il freddo inizia ad essere pungente.
12/13 novembre – Jakar
Partiamo da Gangtey per Jakar. Lungo la strada facciamo un paio di tappe
per vedere il Chendbji Chorten, uno stupa che ricorda quello di Kathmandu, e la
Chumey Valley, con il paesino di Yathra.
Arriviamo a Jakar per scoprire che il festival è appena finito. Purtroppo siamo arrivati tardi visto che le ultime celebrazioni sono state al mattino. Dopo un momento di scoramento e pizzico di irritazione, chiediamo ad Arun di trovare un’alternativa per il pomeriggio. Ci porta a vedere il “burning lake”. Questo posto prende il nome di Lago Ardente perché secondo la leggenda Pema Lingpa si tuffò con una lampada accesa per recuperare un tesoro e riemerse dalle acque con il tesoro e la lampada ancora accesa. Scattiamo un po’ di foto e torniamo in paese. Perlustriamo un po’ le vie della piccola cittadina.
Il nostro hotel è il Yugharling Resort, camera enorme con bellissima vista
sulla valle.
Il giorno dopo abbiamo chiesto all’agenzia di organizzarci un trekking visto il “fallimento” del giorno prima. In auto raggiungiamo il Tharpaling Monastery, un bellissimo monastero da cui si gode di una bellissima vista sulla Chumey Valley. Da qui, insieme alla guida e ad un monaco, ci avviamo in un trekking in mezzo ai boschi che ci porterà dopo 11 chilometri e qualche ora a Jakar.
Pranziamo in un ottimo ristorante locale, tutti piatti cucinati al momento,
uno dei pasti migliori della vacanza!
Dopo pranzo ci incamminiamo verso un grande e importante complesso di
templi che deve il proprio nome (Kurje Lhakhang) all’impronta (jey) del corpo
(kur) di Guru Rinpoche, custodita in una grotta all’interno del più antico dei
tre templi facenti parte del complesso. Passando da un tempio all’altro vediamo
tantissime statue, dipinti e immagini. Sono davvero tra i più bei templi visti
durante il viaggio.
Visitiamo poi il Jambay Lhakhang, il tempio più antico del paese, fatto
costruire dal re tibetano Songtsen Gampo nel 659 d.C.. La leggenda racconta che
il re, in un solo giorno, costruì 108 templi come presidio del vero buddismo
per sconfiggere un demone femminile che ostacolava la diffusione del dharma:
monasteri che si trovano in Tibet, in Bhutan e in tutte le terre di confine.
Infine, andiamo al Tamshing Lhakhang, un importante e antico monastero
Nyingma fondato nel 1501 dove è possibile ammirare delle antiche pitture.
14 novembre – Punakha
Partiamo da Jakar dopo colazione e raggiungiamo Trongsa, visitiamo la torre
dell’orologio al cui interno è allestito un museo della storia del Bhutan con
molti reperti antichi, statue importanti, armi e vestiti appartenuti ai re del
passato. Entriamo nel forte, facciamo un rapido giro e poi ci incamminiamo in
un percorso di trekking che scende a valle fino al fiume. Attraversato il ponte
di legno, risaliamo lungo il crinale e raggiungiamo il view point da cui si
gode di una bella vista del forte. Per pranzo ci fermiamo in un ristorante
davvero bello, vista cascata. Nel pomeriggio facciamo tappa al villaggio di
Rinchengang, uno dei villaggi più antichi del paese, che si sviluppa sul fianco
di una montagna. Facciamo una passeggiata tra le case e vediamo uno scorcio di
vita reale del paese, bambini che giocano per strada, animali che vagano,
persone che chiacchierano. Una normale vita di paese.
In serata arriviamo all’hotel River Valley.
15 novembre – Thimpu
Arriva l’ultimo giorno della nostra permanenza in Bhutan, lasciamo Punakha
e arriviamo a Thimpu per vedere le ultime cose interessanti che ancora ci
mancano. Arun ci porta a vedere il King's Memorial Chorten, uno stupa costruito
nel 1974 in onore del terzo Druk Gyalpo, Jigme Dorji Wangchuck. Oggi è un
simbolo del paese con le sue guglie e le sue campane d'oro.
Finiamo con una bella passeggiata in mezzo ai boschi, dal Buddha Point, dove si può ammirare una delle statue di Buddha più grandi del mondo, fino in città.
16 novembre – Paro / Delhi
Si parte. Salutiamo il Bhutan con un volo al mattino verso Delhi. Durante
il volo ammiriamo la catena dell’Himalaya dal finestrino dell’aereo. Una vera
meraviglia!
Atterrati a Delhi scegliamo di uscire dall’aeroporto, visto che il nostro volo per il Kuwait riparte alla sera. Prendiamo la metropolitana fino alla stazione centrale e ci avviamo a piedi verso la moschea e la zona della città vecchia.
Eravamo stati a Delhi parecchi anni fa e forse non l’avevamo vista allo
stesso modo…il caos è indescrivibile, migliaia di persone che si accalcano
lungo le strade. Un numero incalcolabile di tuk tuk, motorini, auto…tutti che
suonano il clacson senza sosta. Con fatica riusciamo ad arrivare alla moschea,
scattiamo qualche foto ed entriamo in un ristorantino per pranzare con
dell’ottimo dahl e del pollo tandoori.
Usciamo di nuovo nel caos delle strade, è veramente impossibile riuscire a
districarsi in mezzo a tutta questa moltitudine di persone e mezzi. Un po’
prima rispetto ai nostri programmi…decidiamo di lasciare la città e rientrare
in aeroporto.
Dopo aver visitato tanti paesi asiatici, il viaggio in Bhutan è stato per
noi come una ciliegina sulla torta…che non è detto che sia la cosa che piace di
più, ma senza non sarebbe la stessa cosa…
Abbiamo visto un altro paese, con altre peculiarità e altre usanze. Abbiamo
visto alcuni tra i templi buddhisti più belli mai visti.
Un Paese orgoglioso della propria maestosa natura e della propria identità,
forse il meno “contaminato” (in tutti i sensi) dalle influenze esterne e per
questo dotato di un proprio fascino particolare.
Abbiamo conosciuto un’Asia “differente” da quella che abbiamo ammirato
tante volte e che comunque occupa un luogo speciale nel nostro cuore.
L’ennesima conferma del nostro grande amore per l’Asia e per le sue
popolazioni, così diverse, ma accomunate dall’estrema gentilezza e generosità.
Al prossimo viaggio!
Cry e Enzo
Vi invidiooooooooooo ( con affetto ) Francesco
RispondiEliminaCristina Enzo grazie per tutto quello che ci fate vedere..e come se viaggiassimo con voi. Dora
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