Estate 2018, sono già passati 10 anni dal nostro matrimonio.
Il 5 luglio del 2008 era stato un giorno fantastico, coronato con un
viaggio altrettanto meraviglioso in Polinesia Francese.
Questi anni sono stati intensi e ricchi di viaggi, non possiamo che
festeggiare con un altro viaggio decisamente importante: l’Africa.
Dopo un’attenta ricerca su internet, capitiamo sul sito di Giulia Raciti,
blogger e viaggiatrice incallita, che ci ha fatto conoscere la Kiboko Explorer e il suo
proprietario, Wiliam.
La nostra idea era di concentrarci sul safari, la natura e gli animali
e con l’aiuto di Giulia e Wiliam abbiamo creato un itinerario su misura in
Tanzania, che ha toccato i principali parchi e ci ha permesso di fare incontri
con le tribù locali e la vita del posto.
Vogliamo iniziare il nostro racconto ringraziando Giulia, Wiliam e la
nostra guida Roman. È stato un viaggio meraviglioso che ha superato tutte le
aspettative…come questi 10 anni insieme!
Ecco il nostro itinerario:
Partiamo il 10 agosto da Malpensa, scalo a Istanbul e ripartenza per
Arusha.
All’alba sorvoliamo la Tanzania…ed ecco spuntare dalle nuvole il
Kilimanjaro, incorniciato nel nostro finestrino. Che emozione. Siamo nel cuore
dell’Africa.
Kilimanjaro dall'aereo |
Atterriamo in ritardo. È la prima volta che viaggiamo con Turkish
Airlines e non è andata benissimo. Partiti da Istanbul con più di due ore di
ritardo per un problema di peso… Arrivati ad Arusha scopriamo come hanno
risolto il problema: non hanno caricato i bagagli in stiva!
Tutto l’aereo si ritrova a dover denunciare la perdita dei bagagli,
per fortuna siamo tra i primi in coda e facciamo abbastanza in fretta.
11
agosto – Arusha
Ad Arusha alloggiamo all’Ambureni Coffee Lodge.
È un lodge molto carino, immerso in un bel giardino, con piscina e un ottimo
ristorante. Passiamo qui tutta la prima giornata, ci riposiamo un po’ e dopo
pranzo usciamo a fare due passi nei dintorni.
Durante la passeggiata per le stradine sterrate, sentiamo cantare…seguiamo
le voci…finché ci imbattiamo in una chiesetta. All’interno un coro sta provando
per la messa del giorno dopo.
Alcuni abitanti del circondario ci invitano a entrare in chiesa e così
ci accomodiamo ad ascoltare queste voci incantevoli mentre un piccolo gruppo di
bambini incuriositi si unisce a noi. Passiamo mezzora stupenda, coccolati dalle
voci e dai sorrisi di chi ci circonda.
Che dire…il primo impatto è bellissimo!
Prima di cena incontriamo Wiliam con cui scambiamo un po’ di informazioni
per il nostro safari e su come recuperare il nostro zaino che arriverà il
giorno dopo da Istanbul.
12
agosto – Tarangire National Park
Il mattino dopo incontriamo Steve, la guida che ci accompagnerà
durante la prima giornata di safari. Partiamo alla volta del nostro primo
parco, il Tarangire.
Ingresso del Tarangire |
Impala |
Arrivati all’ingresso, capiamo di essere in altissima stagione: ci
sono decine di jeep parcheggiate e tantissimi turisti che aspettano di poter
entrare. Aspettiamo che Steve paghi l’ingresso e intanto passeggiamo nei
dintorni del visitor center. Scattiamo qualche foto e vediamo i nostri primi
baobab.
Finalmente apriamo il tetto della jeep ed entriamo!
Gnu |
“Natural body massage!”, ci urla ridendo la guida, mentre si lancia
sulla stradina sterrata.
In effetti il “massaggio” è intenso…e, insieme alla polvere che si
alza, mentre ci insinuiamo nella natura, ci proietta in un mondo che fino a
poco prima potevamo solo immaginare…la savana!
Già dai primi chilometri incontriamo tantissimi animali: gnu, zebre,
giraffe, gazzelle, impala…
Giraffa |
Che emozione. Sono davvero vicini, tra i cespugli o lungo la riva di
un lago, tranquilli, incuranti delle jeep cariche di turisti.
Bufalo |
Lungo le stradine incontriamo i primi giganteschi elefanti e poi
ancora impala, facoceri…ed infine…eccoli….i Leoni! Un piccolo gruppo lontano,
all’ombra e una leonessa spaparanzata da sola sul ramo di un albero.
Elefante solitario |
zebre |
struzzo |
Enzo |
Per il pranzo ci fermiamo in un’area pic-nic. Abbiamo il lunch box
preparato dal lodge, che ogni mattina consegna le scatole alle guide.
Nel pomeriggio giriamo ancora un po’ per il parco ed infine Steve ci
accompagna al nostro lodge, il Burudika Lodge, dove alloggeremo per due notti.
Burudika - vista dalla camera |
Il lodge si trova sulle rive del Lago Manyara. Il bungalow è molto
spazioso e pulito e dal terrazzino si ha una vista stupenda sul lago e sul
tramonto. Il ristorante, l’unico posto del lodge con wifi, è costruito attorno
ad un enorme baobab, la cena è buona e abbastanza varia.
Burudika - ristorante |
Per sicurezza ci sono delle guardie che accompagnano dalle camere al
ristorante e viceversa.
La prima giornata di safari ci ha entusiasmati…non vediamo l’ora di
ricominciare!
13
agosto – Manyara National Park
Il mattino successivo, dopo colazione, incontriamo Roman, starà con noi
per tutto il resto del safari. È un signore molto gentile ed esperto,
sicuramente sarà una guida preziosa!
incontri al Manyara |
Si parte! Costeggiamo il lago. Si vede qualche animale vicino
all’acqua. Attraversiamo un villaggio polveroso ma piuttosto vivo e movimentato,
che la nostra guida chiama Mosquito River (lui è cresciuto qui) e, salendo un
po’,arriviamo all’ingresso del parco.
Giraffa e impala |
giovane leone |
Ci accorgiamo immediatamente della differenza con il Tarangire. La
savana ha lasciato il posto alla giungla! Chissà magari potremo vedere Tarzan
penzolare da un ramo da un momento all’altro!
Questo parco ha degli scorci decisamente affascinanti e dei bellissimi
paesaggi. Passiamo la giornata in piedi nella jeep cercando gli animali nascosti
nella boscaglia. Vediamo elefanti, giraffe, gazzelle e alcuni leoni. L’emozione
è sempre forte e lo sguardo sempre rapito da qualche meraviglia.
ippopotami |
Mangiamo nell’area pic nic vicino alle sorgenti calde, dove facciamo
una passeggiata sulla passerella sul lago e vediamo in lontananza parecchi
ippopotami che emergono dalle acque tranquille.
Cri con zainetto... |
Nel pomeriggio facciamo ancora un giro avviandoci verso l’uscita. Mentre
andiamo verso il nostro lodge, ci fermiamo a vedere alcuni negozietti di
souvenir.
Arriviamo a Mosquito River. Roman deve anche far fare qualche piccola
riparazione all’auto, quindi abbiamo mezzora per dare uno sguardo in giro e
farci un’idea della vita comune in questi posti.
Mosquito River |
Prima di partire per questo viaggio immaginavamo le condizioni di vita
“semplici” e la mancanza di molte cose che diamo scontate nella nostra vita di
tutti i giorni. Abbiamo già visto molti paesi in cui le condizioni di vita sono
estremamente diverse dalle nostre.
Siamo preparati. In realtà no.
Mosquito River |
Approcciando le strade sterrate di questo posto, l’impatto è
inimmaginabile. Qualsiasi descrizione di strade polverose, baracche precarie, fango,
così come qualsiasi immagine si possa aver visto in TV, non può neanche
lontanamente far capire ciò che si prova nel vedere, sentire e respirare questa
realtà. Tutto questo è per noi difficilmente concepibile, anche dopo averlo
visto.
Roman è cresciuto qui. Mosquito River è un posto in cui non si sta
male. La Tanzania è un posto in cui si sta bene. Non servono altre parole.
Mosquito River |
Come spesso accade, le popolazioni che hanno meno sono quelle che sanno darti di più. La semplicità, la gentilezza e i sorrisi degli abitanti ci rapiscono. Girando tra i piccoli negozietti improvvisati in qualche baracca, scambiamo qualche parola con alcune persone del posto, ci spiegano cosa stanno preparando da mangiare, ci fanno vedere cosa vendono, ci chiedono da dove veniamo…sono curiosi tanto quanto noi!
Roman ci chiama, dobbiamo andare.
Torniamo in lodge e assistiamo ad un magnifico tramonto dal nostro
terrazzino. A cena gustiamo alcuni
piatti africani, assaggiamo un’ottima “polenta” con delle verdure. Roman ci
spiega che si tratta di un piatto tipico del posto, l’ugali.
tramonto sul Lago Manyara |
14
agosto – Eyase Lake
Il mattino successivo partiamo molto presto dal lodge.
Un paio d’ore di auto, quasi tutte su strada sterrata, e arriviamo al
centro visitatori dove troviamo la guida che ci accompagnerà a visitare i
villaggi degli Hadzabe e Datoga.
Prima ci fermiamo per la colazione in una sorta di area bar/ristorante
del luogo, dove ci accomodiamo per mangiare quello che il lodge ha preparato
nel solito box.
Il primo villaggio che andiamo a visitare è quello dei cacciatori Hadzabe.
Hadzabe |
ammirando un baobab |
La guida ci spiega un po’ di cose sulla vita di queste tribù e poi,
insieme a tre ragazzi, assistiamo alla caccia. La passeggiata nella boscaglia è
bellissima, vediamo tantissimi baobab, attraversiamo il letto di un fiume in secca
e assistiamo alla cattura di un uccello e uno scoiattolo. I ragazzi ci mostrano
poi dei baobab il cui tronco, completamente scavato, è un rifugio che usano
durante il periodo delle piogge.
nel letto di un fiume |
a caccia... |
Dopo un paio d’ore torniamo al campo, la tribù danza e canta per noi,
ci fanno provare a tirare con l’arco e ci rendiamo subito conto di quanto sia
difficile e di quanta forza ci voglia!
Inizialmente siamo scettici riguardo l’autenticità di quanto visto.
L’esperienza ci sembra un po’ ad uso turistico. La guida ci spiega che in
realtà ci sono altre tribù, che vivono allo stesso modo, non aperte al turismo.
Quella visitata da noi ha deciso di accogliere le visite per racimolare
qualcosa in più, ma quanto visto corrisponde al loro normale modo di vivere.
Questo vale anche per i Masai o le altre tribù. Alcuni villaggi si sono aperti
al turismo…di conseguenza sono più orientati ad “adattarsi” allo scopo, pur
senza snaturare il proprio modo di vivere. Quanto vediamo e vedremo, quindi,
speriamo non sia “costruito”, ma al massimo “un po’distorto” rispetto alla vita
normale di queste persone.
Salutiamo e ringraziamo per l’accoglienza.
Ripartiamo alla volta della tribù Datoga.
Bimbi Datoga |
All’ingresso ci sono tre bambini che ci vengono incontro, che
bell’accoglienza! I Datoga, come i Masai, sono pastori. Il campo è circondato
da un recinto, al cui interno c’è una capanna per gli abitanti e una per le
bestie. Le donne ci mostrano come preparano la farina, base dell’ugali, gli
uomini ci fanno vedere come creano monili e armi in ottone.
donne Datoga |
È interessante conoscere il modo di vivere di queste popolazioni, un diversivo dal safari, un’esperienza che ti aiuta ad entrare in contatto con una realtà distante anni luce dalla nostra.
Dopo aver salutato la tribù, Roman e la guida ci portano fin sulle
sponde del lago. Il vento è fortissimo, facciamo qualche passo e scattiamo
qualche foto, prima di tornare nel ”Bar/Ristorante” del mattino per consumare
il nostro pranzo.
Nel pomeriggio raggiungiamo il Bougainvillae safari lodge, dover
staremo questa notte
È molto bello, con una piscina e un giardino molto curati. Le camere
sono delle mini casette, molto spaziose e ben arredate. Il ristorante è ottimo
e le porzioni abbondanti. Un piccolo angolo di paradiso sulla via del Ngorongoro.
15
agosto – Ngorongoro
Dal Bougainvillae ci vuole meno di mezzora per arrivare all’ingresso
del Ngorongoro, così al mattino ce la prendiamo con calma. All’ingresso del
parco Roman sbriga la solita trafila burocratica…e noi compriamo due toppe per
il nostro zainetto!
Finalmente è arrivato il momento di entrare.
Percorriamo un tratto di strada che ci porta fino in cima al cratere,
ci fermiamo ad un view point, fa ancora freddo e ci sono un po’ di nuvole, ma
ciò che si intravede ci fa già immaginare lo spettacolo che ci attende.
Risaliamo in jeep, è il momento di scendere nella caldera.
Sciacallo |
zebre |
in jeep |
Sulla strada sterrata ci avviciniamo al cratere. Davanti e dietro di
noi vediamo molte jeep. Il Ngorongoro è preso d’assalto!
Il cratere del Ngorongoro regala lo spettacolo di centinaia, migliaia
di animali in uno spazio decisamente ridotto. Si rimane stupefatti all’impatto
con questo piccolo paradiso. Una distesa di erba, qualche albero qua e là e poi
loro, i veri padroni del posto: gli animali! Gnu che pascolano vicini alla
stradina, alcuni attraversano proprio davanti a noi.
Centinaia di zebre, anche
queste vicinissime, ci osservano e continuano a brucare. Vediamo parecchi
struzzi, un paio di iene e moltissime gazzelle. Avvistiamo un gruppo di leoni
in lontananza, vicini ad un fiumiciattolo. Nel lago, nel cuore del cratere, ci
sono parecchi fenicotteri. Scrutando attentamente vediamo anche degli sciacalli
che hanno catturato una preda e banchettano tranquillamente sotto il nostro
sguardo.
gnù |
gazzelle |
bufali |
Il Ngorongoro è un parco incredibile, si è al centro di questa
pianura, circondati dai pendii della montagna. Non è molto grande, è tutto
visibile ad occhio nudo, eppure ci si sente minuscoli davanti alla meraviglia
del posto e alla grandezza della natura.
ippopotamo |
Per pranzo Roman ci porta alla hippo pool, un laghetto in cui si
accalcano decine di ippopotami sotto lo sguardo di centinaia di turisti. Scattiamo
qualche foto a ippopotami e alle decine di jeep parcheggiate.
jeep all'hippo pool |
facocero |
iena |
Continuiamo e in lontananza vediamo dei rinoceronti, ma sono davvero
troppo lontani per riuscire a distinguerli e fotografarli, peccato.
Ci fermiamo ancora, questa volta vediamo dei leoni, vicinissimi. Ci sono un paio di maschi con la folta criniera e delle femmine che sonnecchiano sotto il sole. Un’emozione dietro l’altra. Riempiamo lo sguardo, e le macchine fotografiche, di immagini stupende.
leone |
Ci fermiamo ancora, questa volta vediamo dei leoni, vicinissimi. Ci sono un paio di maschi con la folta criniera e delle femmine che sonnecchiano sotto il sole. Un’emozione dietro l’altra. Riempiamo lo sguardo, e le macchine fotografiche, di immagini stupende.
Il nostro giro nella caldera continua ancora per un po’, verso le 16
iniziamo a tornare su, verso la cima. Lasciamo questa meraviglia quasi con una
lacrimuccia… è stata una giornata fantastica!
sciacallo |
Roman ci porta al lodge, per due sere dormiremo al Ngorongoro Wildlifelodge.
Il lodge è un po’ meno bello degli altri, le camere sono più datate e
la struttura è un po’ vecchia, ma la vista che si gode dalla camera e dal
ristorante è assolutamente impagabile! Dopo esserci sistemati, ci accomodiamo
nella terrazza del ristorante. Osserviamo la caldera, gli animali e le ultime
jeep che si attardano a rientrare. Con il binocolo vediamo anche un paio di
rinoceronti e degli elefanti.
La sera la temperatura scende molto, ci vestiamo con tutti gli strati
che abbiamo e nonostante ciò abbiamo ancora freddo! Ci riscaldiamo un po’ con
della zuppa calda. La cena non è male, il buffet è abbondante e vario.
16
agosto – Crateri Empakai e Olmoti
Dopo la colazione partiamo alla ricerca del ranger armato che ci
accompagni nella discesa del cratere Empakai. Dopo essere stati mandati da un
ufficio all’altro, dobbiamo rinunciare all’escursione. Purtroppo non ci sono
ranger disponibili.
Roman non si perde d’animo e continua la ricerca per evitare che la
nostra giornata sia completamente rovinata. Arriviamo ad un piccolo ufficio nei
pressi del cratere Olmoti. Qui due ragazze che lavorano come ranger sono
disponibili ad accompagnarci. L’unico problema è che non si possono allontanare
troppo, quindi dovremo scendere nell’Olmoti e abbandonare definitivamente
l’escursione nell’Empakai.
zainetto a Olmoti |
bosco |
Iniziamo a camminare insieme alle due ranger e, dopo aver attraversato dei boschi con paesaggio da fiaba, raggiungiamo la cima del cratere. Le nuvole iniziano a diradarsi, la vista sulla vallata sottostante è molto bella. Un fiumiciattolo attraversa la valle. Scendiamo. Arriviamo al fiume e, dopo averlo “saltato”, camminiamo ancora una decina di minuti per arrivare ad una cascata.
cratere Olmoti |
Passiamo qualche minuto a contemplare il panorama, quindi ritorniamo nell’ufficio dove Roman ci aspetta. È ora di
pranzo, dividiamo le nostre cose con le due ragazze che ci hanno accompagnato nella nostra
escursione.
cratere Olmoti |
Masai |
Masai |
Masai |
Masai |
La guida poi ci accompagna all’interno del villaggio. Ci spiega che la
tribù è composta da circa 120 persone.
villaggio masai |
Visitiamo poi la scuola, dove un bel numero di bambini sta facendo
lezione. Infine vediamo il recinto dove la sera rinchiudono il bestiame. Al
centro del villaggio c’è una sorta di grossa bancarella circolare, diamo un’occhiata
ai prodotti in vendita, principalmente braccialetti e collanine.
scuola |
Torniamo in hotel, dove ci accomodiamo in terrazza per rilassarci e
godere della splendida vista.
17/19
agosto – Serengeti National Park
Il mattino del 17 agosto ripartiamo dal Ngorongoro in direzione
Serengeti. In un paio d’ore siamo all’ingresso del parco.
Al centro visitatori, mentre aspettiamo che Roman paghi l’ingresso, percorriamo
un breve trail che porta sopra una collinetta da cui si può ammirare una
magnifica vista sulla pianura sconfinata del parco. Scattiamo un po’ di foto e
torniamo giù, nel negozietto compriamo cartoline e francobolli…approfittiamo
del tempo a disposizione per mandare i saluti ai parenti a casa..
Il Serengeti è sconfinato, ricopre infatti una superficie di quasi 15
mila km². Il nome stesso significa “senza confini”…ed è proprio
così...infinito.
Serengeti |
L’infinito è impossibile da concepire e allo stesso modo il fascino
del Serengeti è inimmaginabile, non si può spiegare, ti entra nell’anima. Non è
solo la sconfinatezza, non sono solo gli animali, non è solo la natura. Il
Serengeti è una sensazione unica, inspiegabile. E’ quel posto che ci si rende
conto di aver sempre cercato, nei sogni, nella fantasia, fin da bambini, quel
posto in cui l’anima ritrova la propria culla primordiale, il Serengeti è la
pace, è la meraviglia.
La parte meridionale del parco è costituita da vaste praterie aride,
interrotte da collinette di roccia spesso circondate da cespugli e alberi. Procedendo
verso nord il paesaggio cambia: la maggiore piovosità e la presenza di qualche fiumiciattolo
favoriscono la crescita di alberi (soprattutto alberi di acacia) e la savana è
più simile a una boscaglia spinosa.
Serengeti |
Noi entriamo dalla parte sud-est. Attraversiamo l’enorme prateria che
si perde all’orizzonte. Vediamo qualche leone rifugiato sulle rocce di alcune
collinette che emergono qua e là nel bel mezzo del nulla.
primi incontri... |
primi incontri... |
Iniziamo a vedere le prime gazzelle, gruppi di leoni che riposano
sotto gli alberi e alcuni elefanti in lontananza.
Ci addentriamo sempre di più nel parco.
Ad un certo punto Roman decide di seguire alcune jeep che sembrano aver avvistato qualcosa. Inizialmente noi non riusciamo a vedere nulla, ci fermiamo. Finalmente riusciamo a vederlo!! È un leopardo nascosto tra i rami di un albero!
Ad un certo punto Roman decide di seguire alcune jeep che sembrano aver avvistato qualcosa. Inizialmente noi non riusciamo a vedere nulla, ci fermiamo. Finalmente riusciamo a vederlo!! È un leopardo nascosto tra i rami di un albero!
Leopardo |
Dopo poco il leopardo si allontana elegante. Noi ripartiamo.
Questa
volta ci imbattiamo in un gruppo di leoni sotto degli alberi. Un maschio, tre
femmine e due cuccioli. Dall’altra parte della stradina c’è un gruppo di
elefanti, con un piccolo, che si sta avvicinando. Attraversano la strada e
passano poco distante dai leoni che, infastiditi, si alzano e si spostano.
Roman riesce a tornare indietro prima delle altre jeep, seguiamo i leoni che si
stanno avvicinando. Li vediamo passare in mezzo alla strada, tra le jeep!
Sono vicinissimi! Che meraviglia. Non possiamo credere ai nostri occhi. Si avvicinano ad un fiumiciattolo e iniziano a bere da una pozza in mezzo alla strada. I cuccioli giocano con alcune zolle di terra e si divertono a stuzzicare il leone maschio. Una scena fantastica che non ci aspettavamo proprio di vedere! Manca solo la voce di Piero Angela e saremmo dentro un documentario!
Leoni |
leone |
Leoni |
Sono vicinissimi! Che meraviglia. Non possiamo credere ai nostri occhi. Si avvicinano ad un fiumiciattolo e iniziano a bere da una pozza in mezzo alla strada. I cuccioli giocano con alcune zolle di terra e si divertono a stuzzicare il leone maschio. Una scena fantastica che non ci aspettavamo proprio di vedere! Manca solo la voce di Piero Angela e saremmo dentro un documentario!
Felicissimi per quello che abbiamo potuto ammirare nel giro di poche
ore, andiamo all’area pic nic del visitor center, dove pranziamo.
Thorn Tree |
Thorn Tree |
Alloggiamo per tre notti al Thorntree camp, si tratta di
un campo tendato. La tenda è una vera e propria camera d’albergo, il letto è
enorme e circondato da una zanzariera, il bagno è completo di tutto, l’acqua
calda è sempre disponibile.
Thorn Tree |
tramonto al Thorn Tree |
Alba al Thorn Tree |
Thorn Tree |
I giorni nel Serengeti trascorrono benissimo. Vediamo tantissimi animali. Elefanti, leoni, giraffe, gazzelle, topi, un salver (che fortuna!!) e due ghepardi, addirittura una mamma con 5 cuccioli. Vediamo anche alcune zebre e gnu, anche se la maggior parte sono già migrati nel Masai Mara. Vediamo parecchi bufali, avvoltoi, tantissimi tipi di uccelli tutti colorati, tanti ippopotami e coccodrilli. Insomma vediamo davvero tanto.
Salver |
Dik Dik |
mandria di bufali |
coccodrillo |
Giraffe |
Leonessa |
famiglia di elefanti |
ora di pranzo... |
ippopotami |
“L’Africa non è semplicemente un posto, è uno stato d’animo.” E il
Serengeti è il luogo che meglio rappresenta queste parole…
Torneremo.
20
agosto – Lago Natron
Il mattino del 20 agosto dobbiamo lasciare il Serengeti. Durante
l’ultimo tragitto in auto riusciamo a vedere una famiglia di giraffe con il
cucciolo! Non potevamo essere più fortunati!
cucciolo di giraffa |
per strada |
Alloggiamo al Natron River Camp. Si tratta di una struttura piuttosto semplice, l’unica in
cui non abbiamo trovato il wifi. Le camere sono delle tende non molto spaziose,
ma con bagno e doccia. Il ristorante è abbastanza buono.
Appena arrivati, sistemati gli zaini in tenda, incontriamo la guida
masai che ci accompagnerà nelle nostre escursioni. Nel pomeriggio andiamo a
vedere una cascata.
Roman ci accompagna al punto di partenza, 5 minuti di auto dal nostro
campo. Per arrivare alla cascata è necessario entrare in acqua con le scarpe.
Si guada il fiume 6/7 volte, all’inizio ci si bagna sotto il ginocchio, in un
punto ci si immerge fino alle cosce.
Ci vogliono una quarantina di minuti per arrivare alla cascata e il
percorso è abbastanza impegnativo. Le cascate sono molto belle, volendo si può
fare un bagno e rinfrescarsi nell’acqua limpida del fiume.
Torniamo indietro, salutiamo la guida masai e andiamo a fare una bella
doccia e a far asciugare scarpe e pantaloni.
21
agosto – Lago Natron e rientro ad Arusha
Il mattino, dopo colazione, lasciati gli zaini nella jeep, ci
incamminiamo con la guida masai in una bella passeggiata verso il lago.
verso il lago Natron |
verso il lago Natron |
verso il lago Natron |
verso il lago Natron |
Attraversiamo alcuni villaggi, vediamo le “case” della gente del
posto, bambini che vanno a scuola, animali al pascolo…dopo un paio d’ore di
camminata arriviamo sulle rive del Lago Natron.
Centinaia di fenicotteri riposano e mangiano vicino alle sponde.
Scattiamo un bel po’ di foto. Avvistiamo anche altri tipi di uccelli: oche, pellicani…
fenicotteri |
pellicani |
in volo |
Scattiamo un bel po’ di foto. Avvistiamo anche altri tipi di uccelli: oche, pellicani…
Carino, ma ripensando alla strada e al tempo necessario per
raggiungere il lago, se potessimo tornare indietro taglieremmo questa tappa e
allungheremmo la permanenza nel Serengeti.
fenicotteri |
Arriva il momento di ripartire. Roman ci sta aspettando vicino al lago
con la jeep. Salutiamo il ragazzo masai che ci ha accompagnato nelle nostre
escursioni ed inizia il viaggio di rientro ad Arusha.
mercato di Arusha |
Arriviamo ad Arusha nel primo pomeriggio, Roman ci mostra il
grandissimo e colorato mercato locale.
mercato di Arusha |
Ci lascia all’Ambureni Coffee Lodge dove trascorreremo la nostra
ultima notte africana.
22-24
agosto – Istanbul
Alle tre del mattino Wiliam viene a prenderci in hotel per
accompagnarci in aeroporto, il nostro volo per Istanbul parte con un’ora di
ritardo… salutiamo il Kilimanjaro dal finestrino, certi che un giorno lo
rivedremo.
Arriviamo a Istanbul intorno all’ora di pranzo. Attendiamo qualche
minuto la navetta prenotata dal nostro hotel e quindi raggiungiamo il centro
città.
Alloggiamo per due notti all’Antique Hostel nella zona di Sultanahmet, vicinissimo alla Moschea Blu.
Abbiamo una stanza privata, piccolina ma con aria condizionata e bagno
privato. La colazione è inclusa e viene servita tutte le mattine sul terrazzo.
Ci troviamo molto bene.
Moschea Blu |
Non siamo mai stati ad Istanbul e ci innamoriamo subito della città.
La nostra prima visita è alla Aya Sofya. La coda per i biglietti è lunga,
decidiamo di prendere una guida ed entriamo subito. La visita è molto
interessante. La guida ci racconta un po’ di aneddoti e ci dà alcune informazioni
molto utili anche sul resto della città.
Parte dell’interno della Santa Sofia non si vede, ma riusciamo comunque a
vedere lo splendore di questa antica chiesa. Nata come cattedrale ortodossa e
sede del patriarca di Costantinopoli, fu convertita in chiesa cattolica per un
breve periodo durante le crociate, per
poi diventare moschea fino al 1931, quando venne sconsacrata e infine divenne
un museo.
Simboli e immagini di tre religioni diverse all’interno di un unico
edificio.
Ci troviamo davvero nel centro di una storia millenaria.
Usciti dalla basilica visitiamo le tombe dei sultani ottomani che si
trovano all’interno dello stesso complesso.
La piazza di fronte ad Aya Sofya è grandissima, un via vai continuo di
persone. Decine di venditori di simit (una sorta di bagel al sesamo) e di misir (la pannocchia bollita
o alla griglia) affollano la piazza.
Continuiamo la nostra visita di Istanbul, entriamo nella Cisterna
Basilica. La sfortuna ci perseguita, anche qui ci sono lavori di manutenzione
e… hanno tolto l’acqua! Questa cisterna era un enorme serbatoio, bacino del
palazzo imperiale. Nonostante i lavori in corso, l’atmosfera è molto suggestiva
e sembra di entrare in un luogo sacro. Molto particolari le due teste di medusa
che fanno da base a due colonne.
Una volta usciti dalla Cisterna passeggiamo fino al parco del palazzo
Topkapi, la reggia del sultano. Decidiamo di non entrare, la guida ad Aya Sofya
ci aveva sconsigliato di visitarlo visto i numeri lavori di manutenzione.
A questo punto è sicuro che a Istanbul torneremo, tanto più che il
Grand Bazaar è chiuso per la festa del sacrificio!
Grand Bazaar |
Il ristorante è molto semplice ma la cucina è decisamente di ottima
qualità e i piatti abbondanti. Ci troviamo così bene che torneremo ancora una
volta prima di lasciare Istanbul.
piatti della cucina turca |
Dopo cena continuiamo a passeggiare per la città, vogliamo
approfittare del poco tempo a disposizione e non perdere troppe cose.
Passeggiamo lungo lo stretto, vediamo il ponte che collega l’Europa all’Asia
sul Bosforo. È davvero una città incantevole.
Il mattino dopo entriamo nella Moschea Blu, ovviamente anche qui ci sono dei lavori di restauro e parte degli interni non sono visibili… Il nome è dovuto al fatto che l’interno è decorato con bellissime maioliche blu. Si tratta di una delle moschee più grandi e importanti del mondo, con i suoi 6 minareti è seconda solo alla moschea di La Mecca.
Interno della Moschea Blu |
Interno della Moschea Blu |
Il mattino dopo entriamo nella Moschea Blu, ovviamente anche qui ci sono dei lavori di restauro e parte degli interni non sono visibili… Il nome è dovuto al fatto che l’interno è decorato con bellissime maioliche blu. Si tratta di una delle moschee più grandi e importanti del mondo, con i suoi 6 minareti è seconda solo alla moschea di La Mecca.
souvenir |
Arasta Bazaar |
Vicino alla Moschea Blu c’è anche un bazaar, l’Arasta Bazaar, decisamente più piccolo del Grand Bazaar, ma dove è possibile trovare oggetti di antiquariato e souvenir.
Continuiamo l’esplorazione della città e passeggiamo fino alla Moschea
di Süleymaniye. Il complesso dedicato a Solimano il Magnifico, è legato al
periodo di massimo splendore dell’Impero Ottomano, ed è diventato nel corso dei
secoli uno dei simboli della città. La moschea si trova su una collina che
domina il Corno d’Oro. Davvero suggestiva.
vista sul Corno d'Oro |
Moschea di Süleymaniye |
Dopo la visita andiamo al bagno turco Süleymaniye Hamam che si trova proprio nei pressi della
moschea. Avevamo prenotato per la sera, ma nonostante sia presto ci fanno
entrare.
Si tratta di uno dei bagni più antichi, costruito intorno al 1550, ed
era frequentato spesso dal Sultano Solimano.
L’ingresso dell’hamam è una grande sala in legno. Da una parte ci sono
alcuni divanetti e tavolini, poi una scala porta al piano superiore dove ci
sono gli spogliatoi. Vengono dati il costume, asciugamani e ciabatte. Si
possono lasciare tutti gli effetti personali nello spogliatoio e poi si viene
accompagnati all’interno del bagno turco.
Una grande camera in marmo bianco. Al centro una specie di piattaforma
sui cui ci si può sedere e ai lati delle piccole camere in cui ci sono delle
fontane per rinfrescarsi. Dopo una mezzora arrivano i massaggiatori. Prima ci
fanno lo scrub con un guanto e poi ci fanno coricare su dei tavoloni di marmo e
ci cospargono con della schiuma di sapone. Qui fanno un massaggio completo per
una decina di minuti. Dopo ci risciacquano e ci accompagnano fuori dove ci
possiamo asciugare e rilassare bevendo qualcosa ai tavolini del bar.
spezie |
Passiamo nella zona del mercato delle spezie, chiuso anche questo per
la festività. Tutto intorno decine di negozietti che vendono spezie e dolcetti
tipici. La folla è inimmaginabile.
spezie |
dolci turchi |
Pranziamo in un ristorantino sul ponte Galata per assaggiare il panino
con il pesce, balik ekmek. Davvero squisito.
sul Bosforo |
sul Bosforo |
Dopo mangiato prendiamo i biglietti per la crociera di due ore nel
Bosforo. Scegliamo la compagnia Sehir Hatlari, 12 TL a testa. Il giro di due
ore percorre un bel tratto dello stretto e dal traghetto è possibile vedere le
zone residenziali che si affacciano sul Bosforo. Case bellissime ed edifici
tipici.
Per cena optiamo per un altro ristorante che si trova sempre nei
pressi della moschea blu, Erhan restaurant, buono ma abbiamo preferito la
cucina di Osman.
Iniziamo presto il nostro giro e ci dirigiamo verso il quartiere Galata, attraversiamo il ponte e il quartiere che si sviluppa attorno alla Torre di Galata. Le intricate viuzze e gli edifici ricordano molto una città a noi cara: Genova. Infatti questo era il quartiere dei genovesi, dove una colonia ha vissuto per alcuni secoli sotto un proprio governatore e dove sono fioriti i commerci.
Proseguiamo a piedi nel dedalo di viuzze e arriviamo in piazza Taksim percorrendo İstiklal Caddesi, il Viale dell’Indipendenza, una bella via pedonale percorsa da un tram storico e su cui si affacciano begli edifici e tanti negozi.
İstiklal Caddesi |
Piazza Taksim |
L'interno è decorato con mosaici e affreschi, considerati fra le massime espressioni dell'arte bizantina.
chiesa di San Salvatore in Chora |
Riprendiamo il pullman e torniamo a Sultanahmet. Passiamo il resto della giornata girovagando per le vie della città, prima di tornare in hotel e farci chiamare un taxi per l’aeroporto.
Rientrati a casa arriva il momento di tirare le somme di questo
viaggio.
L’Africa ci ha davvero conquistati!
La natura meravigliosa, la vita della savana dominata dai grandi
mammiferi, i colori del cielo al tramonto, i rumori nelle notti del Serengeti,
i sorrisi e la gentilezza di tutte le persone incontrate…
Torneremo, sicuramente…
Anche la brevissima parentesi a Istanbul ci ha entusiasmati, varrà
sicuramente la pena dedicare più tempo a questa splendida città…magari quando
saranno finiti un po’ di lavori!
A presto
Cri e Enzo
“Una sola cosa allora volevo:
tornare in Africa. Non l’avevo ancora lasciata, ma ogni volta che mi svegliavo,
di notte, tendevo l’orecchio, pervaso di nostalgia.”
(Ernest Hemingway)
(Ernest Hemingway)