Questo viaggio nasce quasi per caso… una sera, parlando dei nostri
programmi di viaggio con Barbara e Giuliano, menzionano l’Uzbekistan come una
possibile meta...idea interessante!
Noi non ci avevamo mai pensato…dopo una (molto) breve valutazione decidiamo
di comprare i voli!
Partenza il 9 agosto e rientro il 25 con volo diretto Malpensa – Tashkent
con Uzbekistan Airways.
Nei mesi prima della partenza studiamo un po’ l’itinerario, anche se non
si trovano moltissime informazioni. Decise le tappe, prenotiamo gli hotel e un
paio di escursioni.
Il 9 agosto ci ritroviamo con Barbara e Giuliano al nostro solito
parcheggio a Malpensa.
Il volo parte in orario e a Tashkent c’è Aziz che ci aspetta.
Partiamo subito per la valle di Fergana. Dopo circa 3 ore di auto (tra un
sonnellino e l’altro) facciamo una prima tappa:Kokand.
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Kokand |
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Kokand |
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Kokand |
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Kokand |
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Kokand |
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Kokand |
Vediamo un palazzo, una moschea e altre attrattive della città e poi Aziz
ci porta a pranzo in un posto frequentato solo da gente del posto.
Assaggiamo la nostra prima zuppa uzbeca e degli spiedini di carne.
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pranzo |
Finito il giro della città, andiamo a visitare una fabbrica di ceramica,
carina, interessante e ottima per qualche souvenir di artigianato tipico.
Il viaggio prosegue verso Fergana, dove abbiamo prenotato il Sakura Innhotel.
L’hotel sembra nuovo, le camere sono pulite e la colazione abbastanza
buona.
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Fergana |
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bazar |
Il mattino successivo gironzoliamo per la città, vie grandi, edifici bassi
ma comunque di stampo sovietico. Notiamo subito che ci sono parecchi parchi e
molti viali alberati, cosa che rivedremo in tutte le città del paese.
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bazar |
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bazar |
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bazar |
Lasciamo Fergana per andare a Margilan a visitare il famoso bazar della
domenica. Purtroppo non tutti i negozi del bazar sono aperti perché siamo nel
periodo della festa del sacrificio. Riusciamo comunque a vederne una bella
parte e fare qualche acquisto.
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bazar |
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bazar |
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bazar |
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bazar |
Mentre passeggiamo, molte persone ci fermano per parlare, in particolare
una ragazzina con la mamma, che, dopo un po’ di chiacchiere, ci invita per
pranzo a casa sua! Purtroppo dobbiamo rinunciare, dobbiamo rientrare a Tashkent
e la strada è lunga, peccato sarebbe stata una bellissima esperienza!
Ecco il lato negativo di programmare in anticipo anziché improvvisare il
viaggio!
Andiamo a visitare una fabbrica di seta. Aziz ci spiega che durante il
periodo sovietico qui lavoravano più di tremila persone, oggi ne sono rimasti
circa 250. Purtroppo la disoccupazione nel paese è molto elevata.
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fabbrica di ceramica |
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fabbrica di ceramica |
Vediamo ancora un bazar nelle vicinanze prima di recarci a quello del
pane.
Fantastico. Mentre passeggiamo e fotografiamo le bancarelle, le persone
ci fermano, vogliono fare foto insieme, ci chiedono da dove veniamo, e quando
diciamo “Italia”, loro immancabilmente rispondono: Juventus/Ronaldo oppure Toto
Cotugno/Celentano! Una visita davvero divertente!
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bazar |
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bazar |
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bazar |
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trasporto pane |
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trasporto pane |
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bazar del pane |
Restiamo un po’ “interdetti” riguardo i metodi di trasporto il pane: carrozzine
(come quelle per i bambini di un tempo) e auto: le vediamo stracolme di pane
sui sedili, sui tappetini, nei bauli… pagnotte che passano di mano in mano…mano/terreno/mano…vabbè,
anche questo è un modo di conoscere la popolazione e le tradizioni che la
caratterizzano.
Attraversiamo i monti che separano la valle dal resto del paese e rientriamo
a Tashkent in serata.
Alloggiamo per una notte all’hotel Grand Capital. Hotel abbastanza
standard, camere spaziose e in buona posizione.
Il mattino dopo alle 7 e mezza circa abbiamo il nostro primo treno,
l’Afrosyob per Samarcanda.
In un paio d’ore arriviamo nella famosa città cantata da Vecchioni, la
mitica città di Timur (Tamerlano), immaginata da noi come un posto esotico e
lontano, un crocevia di carovane di mercanti, che la attraversavano durante i
lunghissimi viaggi verso la lontanissima Cina. La Via della Seta che
attraversava l’Asia per migliaia e migliaia di chilometri...
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Tamerlano |
Preso un taxi andiamo alla Jahongir Guesthouse, un hotel molto carino a
pochi minuti a piedi dal Registan. Lasciati i
bagagli, usciamo subito alla scoperta della città. Come prima cosa ci fermiamo
ad ammirare il Registan.
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Registan |
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Registan |
Tre madrasa, scuole religiose islamiche, che si
affacciano su un’enorme piazza. In questi giorni la piazza ospita dei palchi e le
scenografie per un festival che si terrà a fine mese, ma noi ce la immaginiamo
come poteva essere un tempo, un enorme bazar pieno di bancarelle e di merci che
arrivavano dalla Cina, dalla Persia, dall’Europa…
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Registan |
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Registan |
Il Registan è veramente uno spettacolo da lasciare senza fiato, i tre
enormi portali (iwan) riccamente decorati di piastrelle di tutti i riflessi del
blu e azzurro, scritte in arabo che rivestono le facciate e le cupole, anche
queste magnificamente decorate di piastrelle e i minareti, non proprio dritti,
che si elevano di fianco ad ogni scuola. Si tratta probabilmente di quanto di
più bello si possa ammirare in tutto il paese e, probabilmente, in tutta l’Asia
Centrale.
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Registan |
Dopo aver passato un po’ di tempo ad ammirare e fotografare tanta
bellezza, andiamo a passeggiare verso il mausoleo di Tamerlano.
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Mausoleo |
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Mausoleo |
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Mausoleo |
Questo bellissimo edificio è sormontato da una cupola di un colore blu
brillante e bianca. Il portale d’ingresso è anch’esso decorato con piastrelle
blu e scritte in arabo. All’interno di questo mausoleo si trovano le spoglie di
Tamerlano e di alcuni suoi figli e nipoti.
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Mausoleo |
Nella sala in cui sono custodite le tombe si possono vedere le lapidi
disposte al centro, quella di Tamerlano è l’unica ricoperta di giada dal colore
verde.
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Mausoleo |
Usciti dal mausoleo continuiamo la nostra passeggiata verso la zona
sovietica della città, si tratta della parte più nuova con molti parchi e
giardini in cui godere di un po’ di fresco nelle calde giornate dell’Uzbekistan.
Mangiamo in una tavola calda piena di impiegati e lavoratori in pausa pranzo.
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Moschea |
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Moschea |
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Moschea |
Nel pomeriggio passeggiamo lungo la via pedonale che collega il Registan
e il bazar Siyob, entriamo in qualche negozietto, prendiamo un disgustoso caffè
in un locale lungo la via e scattiamo un po’ di foto alla moschea, molto bella, Bibi-Khanym.
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Moschea |
Per cena mangiamo in uno dei ristoranti di cucina locale nella via dove
si trova la nostra guesthouse, zuppa e spiedini.
Passeggiamo ancora fino al Registan. Nella piazza si stanno svolgendo le
prove di ballo del festival, E’ tutto illuminato, la musica e i canti rendono
l’atmosfera magica.
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Registan |
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Registan |
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Registan |
Il parco vicino al Registan è pieno di famiglie che passeggiano, bambini
che mangiano zucchero filato, ragazzini in bici, tanti noleggiano macchinine
elettriche per bambini e tutti mangiano gelati!
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Registan |
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Registan |
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Registan |
Quando finiscono le prove dello spettacolo, il Registan viene illuminato
con una miriade di luci colorate, un po’ bizzarro ma alla fine ci prendiamo
gusto e scattiamo foto a ripetizione!
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Registan |
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Registan |
Ci addentriamo verso l’ingresso e una guardia ci permette di fotografare
da un angolino in disparte la facciata del Registan, bellissimo siamo soli di
fronte alla Madrasa Tilya-Kori!
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Registan |
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Moschea |
Il mattino successivo, iniziamo il nostro giro dalla moschea di
Bibi-Khanym, costruita a partire dal 1399 per volere di Tamerlano. Nel 1897 era
quasi completamente distrutta a causa di vari terremoti, è stata poi intrapresa
una grande opera di restauro (come per la maggior parte degli edifici del
paese) e oggi si presenta in tutto il suo splendore.
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Moschea |
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Moschea |
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Moschea |
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bazar |
Il Registan apre alle 11 per via delle prove del corpo di ballo, abbiamo
tempo per fare un giretto nel bazar di Siyob, che inizia proprio di fianco alla
moschea.
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bazar |
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bazar |
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bazar |
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bazar |
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bazar |
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bazar |
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bazar |
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bazar |
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bazar |
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bazar |
Il bazar è suddiviso in settori: dolci e zucchero, frutta secca, spezie,
frutta e verdura, pane…montagne di pane! E poi cose per la casa, per la
pulizia, stoffe, abiti… insomma tutto quello che può servire.
Alle 11 entriamo finalmente nel magnifico Registan.
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Registan |
Il Registan era il cuore dell’antica città di Samarcanda della dinastia
dei Timuridi. Il nome Registan significa “luogo sabbioso” o “deserto” in
persiano. Era una piazza pubblica, dove la gente si riuniva per ascoltare proclami
regali ed era anche luogo di esecuzioni pubbliche, qui si svolgeva anche un
grande bazar.
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Registan |
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Registan |
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Registan |
È incorniciato da tre madrasa (scuole islamiche) di architettura
islamica.
Le tre madrase del Registan sono: la Madrasa di UlughBeg, quella di
Tilya-Kori e la Madrasa di Sher-Dor.
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Registan |
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Registan |
La Madrasa di Ulugh Beg, costruita da Ulugh Beg durante l’era dell’impero
timuride di Timur-Tamerlano, ha un imponente iwan con un portale che si
affaccia sulla piazza. Agli angoli si trovano alti minareti. Nel cortile ci
sono una moschea e delle sale per conferenze ed è circondato dalle celle del
dormitorio in cui vivevano gli studenti. Questa Madrasa era una delle migliori
università del clero dell’Oriente musulmano nel XV secolo.
Nel XVII secolo il sovrano di Samarcanda, YalangtushBakhodur, ordinò la
costruzione delle madrasa Sher-Dor e Tillya-Kori in onore delle sue due
sorelle.
All’interno della madrasa Tillya-Kori si trovano alcune splendide sale
decorate d’oro.
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Registan |
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Registan |
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Registan |
Purtroppo la piazza non è interamente accessibile per via dei palchi che
sono stati montati. Ma non ci demoralizziamo e lo spettacolo è comunque
bellissimo. Può capitare di essere approcciati per andare (clandestinamente,
per pochi euro) in cima ad una Madrasa, ma si tratta di una sfacchinata
inutile, oltre che vietata.
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Registan |
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Registan |
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Registan |
Per pranzo compriamo un melone, degli yogurt e un formaggio tipo
philadelphia e mangiamo nel giardino della guesthouse.
Invitiamo anche due simpatici giapponesi che si siedono e dividono con
noi il melone (enorme).
Dopo una bella doccia, usciamo a vedere il tramonto. Il sole che inizia a
scendere e illumina il Registan… peccato le impalcature davanti. Restiamo
comunque soddisfatti dello spettacolo.
Per cena tentiamo con il ristorante Platan e fortunatamente troviamo
posto. Si tratta sicuramente del miglior ristorante di tutta la vacanza.
Servono delle ottime insalate e verdure, la carne è squisita, sia quella di
agnello che di pollo. Molto buoni i manti, i dolmen e anche i dolci! Il
servizio lascia un po’ a desiderare, ma la qualità del cibo è nettamente superiore
a tutti i posti provati.
Spendiamo circa 40 euro in quattro, sopra la media ma tutti meritati.
Usciti dal ristorante passeggiamo fino al Mausoleo di Tamerlano.
Ripassiamo davanti al Registan e torniamo in hotel.
Il giorno dopo abbiamo il treno per Bukhara nel primo pomeriggio.
Approfittiamo della mattinata libera per andare a visitare il bazar di Urgut,
si tratta di uno dei bazar più grandi dell’Asia Centrale. Organizziamo la gita
tramite la nostra guesthouse (40 dollari in 4). Partiamo alle 8 del mattino e
in un’oretta arriviamo al bazar.
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Urgut |
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Urgut |
Giriamo tra le bancarelle, siamo gli unici turisti! Molti ci fermano per
chiederci da dove veniamo e alla nostra risposta spesso scatta la reazione “Toto
Cutugno” o “Celentano”!! Con alcune persone improvvisiamo L’Italiano di Toto
Cotugno!
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Urgut |
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Urgut |
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Urgut |
Il mercato è davvero gigantesco, passiamo nella zone dei tessuti, in
quella dell’oro, nella zona vestiti, poi frutta e verdure, le spezie e la
frutta secca e per finire vediamo la “food court”, l’area mangiereccia! Vediamo
somsa appena sfornate, plov cuocere, spiedini di carne sulle griglie, zuppe e
verdure varie… facciamo anche qualche acquisto, del sapone, dei quaderni, un
ciondolo d’argento….
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Urgut |
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Urgut |
Questo bazar è senza dubbio una delle cose più belle e vere da vedere e
vivere. Da non perdere.
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Urgut |
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Urgut |
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Somsa |
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Acquisti... |
Purtroppo verso le 11 ce ne andiamo, dobbiamo prendere il treno!
Il viaggio dura un paio d’ore, il treno è paragonabile ai nostri
intercity.
Arrivati a Bukhara prendiamo un taxi per il centro e raggiungiamo
l’hotel. Alloggiamo al Sukhrob Barzu Hotel, molto carino con un bel cortile
interno in cui viene servita la colazione. La posizione è ottima, a due passi
da Lyab-i Hauz, la piazza centrale di Bukhara.
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i barzar di Bukhara |
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i barzar di Bukhara |
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i barzar di Bukhara |
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i barzar di Bukhara |
Nei due giorni che passiamo in città visitiamo i bazar coperti, la
moschea di Ulugbek e la madrasa Mir-i Arab, la moschea Po-i-Kalyan e il
meraviglioso minareto Kalyan.
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i barzar di Bukhara |
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Madressa di Ulugbek |
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Minareto |
Ci avventuriamo anche nel bazar di Bukhara, anche questo è un enorme
mercato dove si trova di tutto. Mangiamo in uno dei locali del mercato, un
pranzo non troppo leggero: plov e somsa! Anche in questo caso siamo gli unici
turisti…
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Madressa, moschea e minareto |
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bazar |
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bazar |
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bazar |
Bukhara è una città molto carina, la zona turistica è tenuta molto bene,
pulita e ordinata, sembra quasi finta. Ci sono molti negozi di artigianato.
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per le strade di Bukhara |
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minareto e moschea di Kalan |
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Moschea |
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bazar |
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bazar |
Non appena si percorrono zone fuori dal circuito turistico, come la zona
ebraica, si viene catapultati in un altro mondo…strade sterrate, casette polverose…
è strano vedere come abbiamo diviso le “loro” zone da quelle turistiche,
abbiamo un po’ l’impressione (non solo qui, ma ad esempio anche a Samarcanda) che
vogliano “nascondere” la realtà, che invece per noi è un lato interessante da
vedere e comprendere.
Sfruttiamo il secondo giorno per andare a visitare due posti fuori città.
Al mattino andiamo al palazzo d’estate, Sitorai Mohi Xosa, che raggiungiamo
in bus e poi con una passeggiata di un quarto d’ora circa. Questo palazzo era
la residenza estiva degli emiri di Bukhara. È una visita piacevole tra stanze
riccamente decorate, harem e un bel giardino.
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Sitorai Mohi Xosa |
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Sitorai Mohi Xosa |
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Sitorai Mohi Xosa |
Dal palazzo prendiamo un pullman che ci porta al bazar Karvan dove
facciamo una passeggiata prima di tornare in città.
Dopo pranzo andiamo a visitare Chor-Bakr, un grande complesso di mausolei
e tombe. Facciamo un bel giro e poi aspettiamo un pullman per tornare in città.
Per fortuna non aspettiamo troppo. Scendiamo al bazar di Bukhara.
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Chor-Bakr |
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Char Minar |
Il mattino del 17 abbiamo il treno per Khiva. Abbiamo il biglietto in
economica, ma riusciamo a fare un upgrade direttamente sul treno…uno degli
addetti ci chiede se vogliamo fare il viaggio in business, visto che ci sono
parecchi posti liberi, per 5 euro a testa non ci pensiamo due volte! Viaggio
comodo, fresco e tutto sommato piacevole.
Attraversiamo la zona desertica del paese, la steppa si alterna alle dune
di sabbia per centinaia di chilometri.
Arriviamo a Khiva nel primo pomeriggio. Andiamo al nostro hotel, Zukhro Boutique Hotel. Le camere sono carine, la posizione è fantastica, all’interno
della città vecchia a due passi da tutte le attrazioni. Il servizio dell’hotel
lascia un po’ a desiderare, difficoltà con la lingua, colazione un po’ scarsa
rispetto alle altre esperienze e pulizia delle camere meno accurata rispetto
agli altri posti.
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tramonto su Khiva |
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Khona Ark |
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Minareto Kalta Minor |
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minareto |
Per cena proviamo ad uscire dalle mura e proviamo un ristorante locale, ma
rimaniamo un po’ delusi. Nei giorni successivi preferiamo i ristoranti
all’interno della città. Proviamo il Cafè Terrasse e il Khorezm Art Restaurant,
in entrambi ci troviamo bene, riusciamo a mangiare della buona carne, degli
ottimi manti e buone insalate.
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Khiva |
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Complesso Islam Khodja |
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Palazzo Tosh-hovli |
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Palazzo Tosh-hovli |
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Palazzo Tosh-hovli |
Il mattino dopo acquistiamo i biglietti completi per entrare in tutti i
musei, moschee e minareti della città (160.000 som a testa, poco più di 16
euro).
Visitiamo tutti gli edifici, saliamo sul minareto Islam Khoja, una bella
scala ripida di primo mattino ci ammazza!! Però la vista dalla cima è molto
affascinante.
Visitiamo madrase e moschee, musei e forti.
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Palazzo Tosh-hovli |
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Palazzo Tosh-hovli |
Insolito e bellissimo il minareto incompiuto Kalta Minor, rimasto mozzato
a metà. Qui ci sbizzarriamo con le foto, soprattutto durante le serate.
La visita più bella è al Kuhna Ark, la fortezza dei sovrani di Khiva. Al
suo interno è possibile visitare la moschea estiva, decorata con piastrelle
bianche e blu a motivi floreali, con un tetto rosso, arancione e oro.
È poi possibile vedere la sala del trono all'aperto in cui è presente uno
spazio che secondo la tradizione è dedicato alla iurta reale. Questa sala veniva
utilizzata dal khan per le audizioni pubbliche.
Passeggiamo tra gli altri edifici del palazzo e poi saliamo sul bastione
Ak Cheikh Bobo, una torre di guardia da cui è possibile godere di una bellissima vista
sulla cittadina e sui suoi minareti.
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selfie…. |
Decidiamo di risalire sul bastione anche al tramonto per fotografare la
città nella calda luce del sole.
Il giorno successivo abbiamo organizzato un’escursione tramite l’hotel. Ci
portano a vedere alcuni forti nella zona di Urgench.
La gita non è particolarmente entusiasmante, i forti quasi sempre si
rivelano come dei cumuli di fango da cui emergono qualche muretto e qualche
arco.
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campo di yurta |
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forte |
La parte migliore della giornata è quando l’autista si ferma a lato
strada per comprare dei meloni.
L’autista chiede di tagliarne uno per farcelo assaggiare. Ci fanno
accomodare su un plaid di fianco ad un canale e ci offrono queste fette di
melone…squisito!!
Finito di mangiare (avidamente), assistiamo ad una meravigliosa scena di
contrattazione sui meloni. Il nostro autista è un tipo molto insistente, alla
fine dopo una decina di minuti di questioni (in russo, di cui non capiamo una
parola) carica in macchina i meloni scelti e paga il prezzo che aveva in mente
fin dall’inizio! Un vero contrattatore!
Mangiamo in un ristorante locale lungo la strada prima di tornare a
Khiva.
Il mattino successivo, stessa scena dell’andata… “upgrade” della classe
in treno, con lo stesso addetto dell’andata! Arriviamo a Bukhara nel
pomeriggio.
Questa volta alloggiamo all’hotel As-Salam, comodissimo, stanze enormi e
comodissime. Hotel molto carino con la migliore colazione di tutto il viaggio!
L’ultima sera a Bukhara proviamo il ristorante Xon Atlas, un ristorantino
a conduzione famigliare con una bellissima vista sul minareto Kalyan. Mangiamo
dell’ottima carne con verdure e delle buone insalate.
Sicuramente il ristorante in cui ci siamo trovati meglio a Bukhara.
Il giorno dopo abbiamo prenotato un’escursione sui monti Nurata.
L’autista arriva puntuale alle 9 e si parte per il villaggio di Sentob,
dove alloggeremo per la notte.
Abbiamo prenotato direttamente dall’Italia con Responsible Travel, ci
sembra una buona opportunità per entrare in contatto con le comunità montane
più distanti dal turismo di massa.
Arrivati a Sentob, attraverso strette stradine accidentate, la guida ci
lascia nella Guesthouse prenotata.
Il proprietario e la moglie allestiscono subito il tavolo per il pranzo,
verdure e insalate a non finire, zuppa con carne, dell’ottimo pane fatto dalla
signora. Insomma ci riempiono di cibo!
Dopo pranzo il signore della guesthouse ci accompagna a fare un giro per
il paesino. Sembra di essere catapultati nell’Italia di un secolo fa! Case in
pietra, pastori a dorso di asinelli mentre portano le greggi di pecore al pascolo.
Fa un gran caldo ma non demordiamo, arriviamo fino alla fine del paese, vediamo
la sorgente da cui prendono l’acqua fresca e ci rinfreschiamo un po’ bagnando i
cappellini.
Torniamo in guesthouse e ci accomodiamo all’ombra nel giardino, leggiamo
e ci riposiamo.
Per cena la signora prepara il plov, non è male. Sicuramente migliore di
quello mangiato a Bukhara. Poi ci porta verdure, insalate e pane.
Il mattino dopo un’abbondante colazione, ripartiamo per Samarcanda, dove
arriviamo in tarda mattinata.
Purtroppo l’esperienza non è stata quella che ci aspettavamo, i contatti
con la famiglia sono stati pochissimi, soprattutto a causa delle difficoltà
linguistiche. Speravamo di poter interagire di più e vedere come vivono
realmente, ma non ne abbiamo avuto l’opportunità.
A Samarcanda dobbiamo ancora visitare alcuni posti. Facciamo un giro
della moschea Hazrat-Hizr, una bellissima moschea completamente restaurata in
cui c’è anche il mausoleo del Presidente Karimov.
Facciamo ancora un giro al bazar, dove compriamo un po’ di souvenir da
portare a casa: uvetta e mandorle! Che bontà!
Per cena proviamo il Samarkand restaurant, per fortuna mangiamo nella
sala superiore…nel salone al piano terra deve esserci una festa privata e la
musica è tutt’altro che rilassante! Il mangiare non è granchè.
Il giorno dopo andiamo a visitare il mausoleo Shah-i-Zinda.
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mausoleo |
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mausoleo |
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mausoleo |
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mausoleo |
Il nome Shah-i-Zinda significa "Il re vivente" ed è collegato alla
leggenda di Kusam Ibn Abbas, cugino del profeta Maometto che pare sia stato
sepolto lì. Le leggende narrano che egli, dopo essere stato decapitato per la
sua fede, prese la propria testa e andò nel pozzo profondo (il Giardino del
Paradiso), dove sta ancora vivendo.
Il complesso di Shah-i-Zinda si è formato in più di nove secoli (dal XI
al XIX) e ora include più di venti edifici, tutti riccamente decorati. I colori
blu/azzurro e bianco ricoprono le pareti e le facciate delle tombe. Alcune sono
molto decorate anche all’interno, altre invece hanno perso parte degli
ornamenti. E’ un complesso davvero incantevole, paragonabile al Registan per la
sua bellezza.
Nel pomeriggio gironzoliamo ancora un po’ per il bazar e per negozietti
di souvenir, quindi rientriamo in camera per un po’ di riposo prima della cena.
Ceniamo al Platan, mangiamo dell’ottimo agnello e pollo e un po’ di
verdure e patate.
Durante la notte ho grossi problemi gastrointestinali, mi sale la febbre
a 39, costante, nonostante le medicine e passo la nottata insonne.
Quando finalmente riesco ad addormentarmi…suona la sveglia! Sono le 5.20
e dobbiamo andare in stazione per prendere il treno per Tashkent! Grazie ad un
polase riesco ad alzarmi dal letto, sono estremamente debole e senza forze.
Non so come, ma ce la faccio. Raggiungiamo la stazione, prendiamo il treno
e finalmente arriviamo a Tashkent.
Siamo di nuovo all’hotel Grand Capital.
Anche Barbara, che nei giorni precedenti ha iniziato ad avere segnali di
malessere, non è per niente in forze.
Fortunatamente ci sono camere libere così possiamo fare un early
check-in. Andiamo in camera e ci riposiamo un paio d’ore.
Io e Enzo usciamo verso l’ora di pranzo, mi sento un po’ meglio…
prendiamo la metro e raggiungiamo il bazar Chorsu, il più grande della
capitale.
Iniziamo a girare un po’ per le bancarelle di souvenir, poi ci
addentriamo nella zona macelleria e formaggi.
Saliamo a vedere l’area delle spezie e frutta secca. Purtroppo inizio a
non sentirmi bene, riesco a sedermi su uno sgabello prima di cadere a terra
svenuta! Enzo ha i riflessi pronti per fortuna. Servono zuccheri, quindi compra
subito dei datteri e inizio a mangiarne un po’. Mi riprendo, finiamo il giro
del mercato mangiando delle banane e ci fermiamo in un ristorante locale dove
preparano spiedini, mangiamo un po’ di pane e un po’ di carne.
Decidiamo di tornare in hotel e lasciar perdere la zona vecchia della
città.
Ci riposiamo un po’ e verso le 18 usciamo per fare due passi e vedere la
zona in cui alloggiamo. Sto molto meglio, quindi iniziamo a camminare per Amir Temur
Avenue, la strada principale su cui si trovano edifici governativi, musei,
ambasciate. È una zona molto carina. Proseguiamo verso la piazza in cui c’è la
statua di Tamerlano. Ceniamo al ristorante Afsona, trovato su tripadvisor.
Mangiamo abbastanza bene.
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Tashkent |
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Tashkent |
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Tashkent |
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Tashkent |
Ritorniamo a piedi verso l’hotel e, all’altezza della piazza di Tamerlano,
ci fermiamo nel parco dove c’è una festa, concerto dal vivo (cantano anche
canzoni di Celentano), giochi, gelati, bancarelle… ecco la movida di Tashkent!
Il mattino successivo, prima di andare in aeroporto, andiamo ancora a
vedere un bazar non distante dall’hotel e compriamo del pane per il pranzo.
Partiamo puntuali per Malpensa, dove arriviamo in serata, aspettiamo “solo”
55 minuti che venga scaricato il nostro zaino, salutiamo Barbara e Giuliano e
torniamo a casa.
L’Uzbekistan ci ha affascinato, le città lungo la Via della Seta
rievocano un passato glorioso.
Abbiamo trovato una popolazione gentile e disponibile. Qualche difficoltà
con la lingua.
Infine, abbiamo avuto qualche problemino con il mangiare, estremamente
grasso e piuttosto monotono. La carne, soprattutto di pecora e montone, si trova
in qualunque piatto, dalle insalate alle zuppe. La conservazione degli alimenti
è spesso “scarsa”e gli effetti collaterali questa volta sono stati pesanti!
Sicuramente bastano una decina di giorni per fare il giro che abbiamo
fatto noi, uno/due giorni sono stati di troppo in ciascuna città vista.
Con 2 settimane a disposizione si puòabbinare un altro paese, come il Kirghizistan.
A presto
Cri e Enzo
Barbara e Giuliano