Un viaggio nato quasi per caso, deciso qualche mese fa
insieme a due cari amici, Barbara e Giuliano.
Una lunga e travagliata discussione che potremmo riassumere
(neanche troppo) come segue:
“che dite…andiamo a New York?”
“e perché no!...cerchiamo i voli!”.
Abbiamo già dato un morso alla Grande Mela, qualche anno fa,
ma ovviamente avevamo dovuto tralasciare alcune cose…cercheremo di recuperare!
Partiamo il 14 marzo da Torino, volo Lufthansa con scalo a
Francoforte (circa 520 euro a testa). Arriviamo al JFK alle 15.00.
Proseguiamo con Metro e Path fino al Ramada di Jersey City. Abbiamo
prenotato una “quadrupla” (7 notti a 880 dollari per una camera Deluxe) che
offre 1 King e 1 Double in due stanzette separate e il bagno.
L’hotel è un po’ datato, ma è comunque pulito, la colazione è
abbondante e varia. E’ comodo, la stazione del PATH si raggiunge in 5 minuti a
piedi.
Facciamo il biglietto del PATH, che si può acquistare solo
alle macchinette automatiche, pagando 5 dollari a tessera, esclusivamente in
contanti.
Dopo 10 minuti di treno arriviamo al World Trade Center, dove
svetta il nuovo grattacielo, la Freedom Tower.
WTO - Freedom Tower |
Prendiamo la metro e ci dirigiamo verso Harlem per cercare
una chiesa dove assistere ad una messa gospel. Ci fermiamo alla New Mt. Zion
Baptist Church, dove seguiamo la funzione…di “sole” tre ore!!
L’accoglienza è molto calorosa verso gli ospiti: il coro
intona una canzone di benvenuto e alcuni rappresentanti vengono a salutarci
uno per uno.
Durante la funzione molti canti si alternano a prediche del
pastore e urla dei fedeli.
E’ bello vedere questo modo di vivere la fede in maniera
gioiosa. Durante il sermone però notiamo qualche passo un po’ “estremista” e
non propriamente “tollerante”, basato sui contenuti più antichi (desueti...)
della Bibbia (Levitico) interpretati un po’ troppo alla lettera…rimaniamo un
po’ spiazzati da questo contrasto tra
approccio festoso alla fede, grande sensazione di fratellanza e
contenuti non altrettanto ammirevoli, per di più in un contesto afro-americano,
che, visti i soprusi subiti in epoche passate e recenti, della tolleranza
dovrebbe fare la propria missione di fede.
Usciamo dalla chiesa e ci dirigiamo verso China Town, dove
mangiamo in un ristorante vietnamita. Passeggiamo tra i negozi e i ristoranti
orientali fino a passare al quartiere confinante: Little Italy.
Qui sembra di stare in un film degli anni ’30. Negozi che
vendono prodotti italiani, ristoranti, bar e gelaterie…una piccola Italia anche
qui...ma ferma nel tempo.
noi 4 a Times Square |
Empire State Building |
Proseguiamo la nostra serata passeggiando tra le luci di
Times Square e gustando un’ottima bisteccona.
Lunedì mattina, Lady Liberty ci attende!
Prenotata con parecchio anticipo, abbiamo incrociato le dita
fino ad oggi affinché il clima ci fosse amico. Giornata nuvolosa, uno sprazzo
di sole ogni tanto…insomma, non perfetto, ma tutto sommato va bene!
I traghetti partono da Battery Park, prima tappa alla Statua
della Libertà e secondo stop a Ellis Island.
Il fascino di Lady liberty, forse amplificato dalle storie
di immigrazione che hanno coinvolto molti dei nostri antenati, cresce man mano
che la statua si fa più grande, troneggiando sopra di noi.
Saliamo fino alla corona percorrendo una strettissima scala
a chiocciola…un po’ claustrofobica.
Dall’interno si può capire meglio il gran lavoro che ha
richiesto l’assemblaggio della statua. Ogni piastra metallica posta a unire i
vari pezzi di Lady Liberty segue le forme del suo abito, in un intricato reticolo
di onde e linee irregolari. Impressionante.
Scattiamo foto dalla corona, dal piedistallo, dall’area
sotto la statua, davvero carino. Ci godiamo il bel panorama sulla città, con il
suo inconfondibile skyline.
Riprendiamo il traghetto e scendiamo a Ellis Island, dove
visitiamo l’edificio in cui arrivavano e venivano registrati gli immigrati.
Visitiamo il museo e rimaniamo toccati dalla frase di un italiano: “arrivai in America pensando che le strade fossero lastricate d'oro, ma imparai subito tre cose: 1) le strade non erano lastricate d'oro; 2) le strade non erano lastricate affatto; 3) io ero quello che doveva lastricarle”.
Concludiamo il nostro tour nell’area in cui è possibile
consultare il registro elettronico degli immigrati e ci mettiamo alla ricerca
di nostri possibili parenti emigrati negli Stati Uniti.
Torniamo al traghetto soddisfatti della nostra “gita”.
Da Battery Park passeggiamo fino a Wall Street, dove la
folla assale il toro, simbolo della forza e della potenza americana installato
nell’area della Borsa. E’ praticamente impossibile fotografarlo “da solo”.
Passeggiamo nel quartiere finanziario e arriviamo fino
all’East River. Qui alcuni edifici sono stati riqualificati e ospitano negozi e
bar. Carino.
Dai moli è possibile fotografare il ponte di Brooklyn.
Arriva martedì 17, il giorno di san Patrizio.
A New York la comunità irlandese è molto numerosa e ogni
anno organizza la sfilata sulla 5° Avenue.
Mentre ci allontaniamo passiamo di fianco la museo dell'11 Settembre, un edificio basso di fianco alle vasche, e diamo ancora uno sguardo alla Freedom Tower, di base quadrata. La sommità, anch'essa quadrata, è ruotata di 45 gradi rispetto al basamento. L'effetto è di due torri, due come le Twin Towers, che si compenetrano in una, come uno è stato il tragico destino che le ha unite, ma anche la grandiosità che le ha accomunate e che caratterizza allo stesso modo il nuovo grattacielo.
Avvicinandoci alla 5° Avenue l'aria di festa cresce e il verde e l'arancione colorano sempre di più le strade.
Proviamo ad avvicinarci alla sfilata, ma la calca è impressionante!
Prima di avvicinarci alla folla in festa decidiamo però di visitare il memoriale dell'11 Settembre, di fianco alla
Freedom Tower.
L'area in cui un tempo svettavano le torri gemelle è oggi dedicata alla memoria di quanto avvenuto.
L'area in cui un tempo svettavano le torri gemelle è oggi dedicata alla memoria di quanto avvenuto.
Due grosse vasche quadrate sono poste in
corrispondenza delle basi delle due torri. Due voragini lastricate scure, al
cui interno, lungo tutte le pareti, un flusso d'acqua continuo scende in
cascata verso il fondo e poi ancora giù all'interno di un'apertura quadrata
posta al centro di ciascuna vasca.
Tutto attorno, sulla facciata superiore dei
muretti perimetrali, i nomi delle vittime.
Di tanto in tanto, incastrati tra le lettere, un fiore o una piccola bandiera americana, lasciati da qualcuno a omaggiare coloro che hanno perso la vita nel tragico evento.
Di tanto in tanto, incastrati tra le lettere, un fiore o una piccola bandiera americana, lasciati da qualcuno a omaggiare coloro che hanno perso la vita nel tragico evento.
Il memoriale è giustamente sobrio, ma di grande
impatto emotivo allo stesso tempo. La sensazione di infinito che si prova a
guardare l'acqua scorrere giù per le enormi pareti delle vasche è probabilmente pari alla sensazione grandiosa che si poteva provare ammirando le
due torri dal basso con la faccia rivolta al cielo ed è rappresentativo delle
dimensioni della tragedia e del grande dolore che ne è conseguito.
Guardando giù, verso l'infinito, ci rendiamo
conto che quelle immagini ancora vivide nelle nostre menti non moriranno mai,
così come le vittime, gli eroi, rimarranno immortali, nelle menti e nei cuori
di tutti, in una triste e insensata pagina di storia e nei nomi scolpiti in
questo memoriale.
Questo luogo è toccante.
Questo luogo è toccante.
Mentre ci allontaniamo passiamo di fianco la museo dell'11 Settembre, un edificio basso di fianco alle vasche, e diamo ancora uno sguardo alla Freedom Tower, di base quadrata. La sommità, anch'essa quadrata, è ruotata di 45 gradi rispetto al basamento. L'effetto è di due torri, due come le Twin Towers, che si compenetrano in una, come uno è stato il tragico destino che le ha unite, ma anche la grandiosità che le ha accomunate e che caratterizza allo stesso modo il nuovo grattacielo.
Avvicinandoci alla 5° Avenue l'aria di festa cresce e il verde e l'arancione colorano sempre di più le strade.
Proviamo ad avvicinarci alla sfilata, ma la calca è impressionante!
Stiamo qualche minuto, non riusciamo a vedere molto, a parte
qualche suonatore di cornamusa in costume tipico.
Preferiamo evitare di perderci nella folla e proseguiamo
verso Central Park.
Passeggiamo un po’ nel parco, che, ancora parzialmente imbiancato
dal lungo inverno, regalala degli scorci molto carini!
Central Park |
A metà mattinata ci dividiamo: Barbara e Giuliano vanno a
visitare il Museo di Storia Naturale, io e Enzo invece andiamo a vedere il Metropolitan, visitato
troppo velocemente la prima volta che siamo stati a New York.
Il Metropolitan è un museo enorme che racchiude opere
meravigliose, quadri, sculture, arredamento, strumenti musicali e altro ancora,
appartenenti a diversi paesi e periodi storici. Impossibile visitarlo tutto in
poche ore. In tutti i modi, ci focalizziamo sulle aree di nostro maggior
interesse e riusciamo a fare un bel giro.
Ci ritroviamo con Barbara e Giuliano a Times Square e decidiamo
di fare un salto (con aperitivo) al Chelsea Market. Si tratta di un mercato
coperto che occupa un intero isolato dove una volta c’era una fabbrica di
biscotti. È molto carino e pulito, ci sono molti negozietti dove è possibile
trovare prodotti italiani, pesce fresco, sushi. Ci sono diversi locali per mangiare o bere qualcosa. Un posto da vedere.
colazione da Tiffany |
Mercoledì. Iniziamo la giornata con la Public Library, dove
purtroppo non riusciamo a visitare la grandissima sala di lettura chiusa a
causa di lavori. Peccato…L’edificio è comunque molto bello.
Continuiamo la passeggiata sulla 5° Avenue e arriviamo da
Tiffany, dove io e Barbara facciamo acquisti!
Vediamo un po’ di negozi e
andiamo a prenotare la salita sul Top of the Rock per
la sera.
Gironzoliamo un po’ per negozi e alle 18 saliamo
sull’ascensore che ci porta in cima al Rockfeller Center. L'attesa è breve, i
biglietti sono ad orario, quindi non si forma grossa coda.
Saliamo verso le 18.15, c’è ancora luce, aspettiamo il
tramonto e poi le luci notturne.
New York è magnifica, è davvero la città delle “blinding
lights”. Scattiamo un bel po’ di foto e prendiamo un bel po’ di freddo e vento
in cima al grattacielo, ma ne vale davvero la pena!
dal Top of the Rock |
dal Top of the Rock |
Giovedì mattina, sveglia all’alba per gli uomini, che hanno
deciso di fotografare le prime luci su New York dal parco che c’è tra il Brooklyn
e il Manhattan Bridge. Un po’ più tardi li raggiungiamo sul ponte di Brooklyn e lo percorriamo insieme verso Manhattan.
Manhattan |
La passeggiata prosegue nei quartieri East Village e
Greenwich, fotografiamo le tipiche case newyorkesi che spesso abbiamo visto nei
film e arriviamo fino alla High Line.
Ghostbusters |
Percorriamo tutta la soprelevata, una bellissima opera di
riqualificazione che ha interessato una linea ferroviaria costruita negli anni
’30 e andata in disuso negli anni ’80.
Arriva quasi l’ora del tramonto, decidiamo di tornare al
parco su Brooklyn per fotografare lo skyline di New York. Passiamo un paio
d’ore ad immortalare la città colorata dalle luci del tramonto e aspettiamo per
vederla tutta luccicante.
Andiamo a cena in un ristorante del Village, Olive tree cafè, ottima mangiata e locale molto carino.
High Line |
zainetto a NY |
Arriva venerdì, la giornata è fredda e grigia. Usciti
dall’hotel prendiamo il PATH e andiamo a Hoboken a vedere la pasticceria di
Carlo’s. Il negozio è pieno di gente, abbiamo una quartina di numeri davanti a
noi, aspettiamo.
merenda da Carlo's |
merenda da Carlo's |
Finalmente tocca a noi! Compriamo un po’ di dolcetti,
facciamo un po’ di foto e usciamo. Mangiamo subito quello che abbiamo
comprato…non male per essere in America.
Visto il brutto tempo, il freddo e la neve, passiamo il
resto della giornata rinchiusi da Macy’s a fare shopping. Nonostante il cambio
euro/dollaro non più favorevole come qualche anno fa, troviamo parecchie cose
interessanti!
Per l’ultima cena a New York decidiamo di mangiare T-Bone e
New York strip nel ristorante West Side Steakhouse, buonissimo.
Chrysler Building |
St. Patrick's |
Purtroppo arriva l’ultimo giorno di vacanza, decidiamo di fare un giro al Century21 per gli ultimi acquisti. Torniamo quindi in hotel a recuperare i
nostri bagagli e ci avviamo verso il JFK.
Festeggiamo il compleanno di Enzo in aereo con un delizioso
pasto ipocalorico...per cui verrò ringraziata a vita!!
Il nostro volo Lufthansa parte in orario, arriviamo a
Francoforte e dopo due ore ripartiamo per Torino, dove arriviamo in tempo per
il pranzo, quello vero!
Cry e Enzo
Barbara e Giuliano